Corpo europeo di solidarietà, arrivano regole e soldi per farlo funzionare
Mentre sono già 30 mila i giovani disponibili a entrare in progetti solidali in tutta Europa, la Commissione stanzia 341 milioni e conta di definire programma e regolamento entro il 2017. Si potrà partecipare individualmente o in gruppi. Intanto il Cev analizza problemi e punti di forza
Diventano più chiare le modalità attraverso le quali saranno impiegati i fondi destinati al Corpo europeo di solidarietà (Ces). Mentre sono già 30 mila i giovani da tutta Europa che si sono registrati nel portale del Ces e si sono dichiarati disponibili a essere coinvolti in progetti di solidarietà nei paesi dell’Unione, nei giorni scorsi è stata infatti presentata a Bruxelles la proposta legislativa contenente le regole di attuazione. Si tratta del primo passo verso l’approvazione del nuovo programma. Il progetto di regolamento dovrà ora essere adottato dal Parlamento e dal Consiglio europeo prima di poter entrare in vigore. Nella loro dichiarazione comune le istituzioni dell'UE si sono impegnate a concretizzare la proposta entro la fine di quest’anno.
Il documento redatto dalla Commissione Europea è l’esito di mesi di consultazione tra le istituzioni, le organizzazioni della società civile e i giovani destinatari. Il regolamento dota il Ces di una base legale autonoma che permette così una maggiore autonomia e una dotazione finanziaria. Saranno infatti 341,5 i milioni di euro previsti per l’attuazione per il periodo 2018-2020 al fine di consentire la partecipazione di 100 mila giovani europei entro la fine del 2020.
Secondo quanto proposto dalla Commissione, dal gennaio 2018 il Ces permetterà ai giovani tra 19 e 29 anni di partecipare a percorsi di volontariato, tirocinio e lavoro che condividano i valori della solidarietà europea. Per quanto riguarda il volontariato nello specifico sono previsti i seguenti tipi di attività:
- i giovani potranno svolgere individualmente attività presso organizzazioni impegnate nella solidarietà per un massimo di 12 mesi;
- gruppi tra 10 e 40 giovani provenienti da diversi paesi potranno partecipare insieme ad attività di volontariato per un periodo tra 2 settimane e 2 mesi;
- piccoli gruppi di almeno 5 partecipanti potranno creare e realizzare di propria iniziativa progetti di solidarietà a livello locale, per 2-12 mesi;
- si potranno creare reti di ex-partecipanti al Ces, che contribuiranno ad attirare nuovi aderenti, favoriranno lo scambio di buone pratiche, forniranno un sostegno post-collocamento.
Per quanto riguarda le borse di tirocinio e di lavoro, che rappresentano un’altra importante parte del programma, si farà riferimento alla normativa giuslavorista del paese ospitante il progetto in materia di contratto e di salario minimo.
Qualsiasi organismo pubblico o privato che rispetti rigorosi criteri qualitativi potrà proporre progetti. Dell'attuazione si faranno carico la Commissione europea, le agenzie nazionali Erasmus+ negli stati membri e l'Agenzia esecutiva per l'istruzione gli audiovisivi e la cultura (Eacea). Affinché i partecipanti al Corpo possano integrarsi meglio nel mercato del lavoro, sarà incoraggiato il coinvolgimento attivo dei servizi per l'impiego pubblici e privati e delle camere di commercio.
Un nuovo “centro ricerca” del Ces sosterrà inoltre gli organismi di attuazione e le organizzazioni partecipanti, in particolare per quanto riguarda la certificazione e la documentazione delle competenze acquisite dai giovani nel corso delle attività.
È previsto anche un nuovo accreditamento per garantire la qualità delle organizzazioni che forniscono collocamenti nell'ambito del corpo che ricalcherà l’attuale procedura di accreditamento per il Servizio Volontario Europeo (Sve).
Intanto, il 7 giugno a Bruxelles CSVnet ha partecipato al seminario “European Solidarity Corps”, promosso dal gruppo dei socialisti europei, primo evento pubblico organizzato dopo la pubblicazione della proposta legale all’interno del Parlamento europeo. Alla presenza dei tecnici della Commissione, diversi europarlamentari, tra cui gli italiani Silvia Costa e Brando Benifei, e alcune organizzazioni della società civile hanno discusso la proposta mettendone in luce i punti di forza e gli aspetti da migliorare.
Il Centro Europeo del Volontariato (Cev) ha fatto notare come la definizione di volontariato adottata nel testo non sia univoca: si parla infatti di un volontariato full-time che escluderebbe i giovani che studiano o che svolgono piccoli lavoretti. Positivo è invece l’accento posto sul coinvolgimento di partecipanti svantaggiati benché, si è detto, vada posta la dovuta attenzione sui canali di coinvolgimento e le tutele affinché non restino propositi. Inoltre sono state espresse delle preoccupazioni rispetto al coinvolgimento di imprese for profit, anche se nella misura in cui svolgono attività di solidarietà sociale.
Il venir meno di strutture di invio per i volontari (sembra infatti dalla proposta che il grosso del lavoro di selezione avverrà attraverso il portale) rischia inoltre di rendere meno efficace la preparazione e il supporto ai volontari. Benché non sia scritto chiaramente da nessuna parte risulta evidente nelle intenzioni delle Commissione che il Servizio Volontario Europeo si trasformi, anche grazie all’immissione di nuove risorse, in un dispositivo di solidarietà e sussidiarietà nuovo più adatto alle sfide e ai problemi attuali. La definizione di questa nuova realtà è tuttora in atto e si concluderà entro la fine dell’anno.