“Fare società oggi”: l’importanza di un volontariato controcorrente
Dal 15 al 18 novembre torna a Torino il festival degli operatori sociali organizzato da Animazione Sociale. 4 giorni per capire come contrastare chiusure e individualismi. “I problemi non si possono più affrontare da soli”
Dal 15 al 18 novembre 2017 torna a Torino il festival nazionale degli operatori sociali organizzato da Animazione Sociale, giunto alla sua quarta edizione e intitolato quest’anno “Fare società oggi”. Quattro giorni di incontri, conversazioni, laboratori con personalità di spicco del panorama nazionale: alcune che lavorano in ambito sociale, altre provenienti dai mondi dell’arte, della cultura, della narrativa, del teatro, del cinema e della filosofia. Con il loro aiuto si proverà a capire cosa significa fare società oggi.
“In questi anni, – spiegano gli organizzatori Francesco D’Angella e Roberto Camarlinghi, – anche attraverso la nostra rivista, abbiamo affrontato tanti temi legati all’operare nel sociale. Ora è tempo di fare società. Ci troviamo di fronte ad una visione individualistica sempre più diffusa, diventa quindi fondamentale dare forza ad una visione sociale del vivere. È tempo di socializzare la vita, con le sue fatiche e le sue speranze. Perché i problemi non si possono più affrontare da soli. Per questo stiamo chiamando a raccolta non solo chi lavora nel sociale, ma tutta la cittadinanza: enti, istituzioni, scuole, associazioni, cooperative, imprese, reti sociali, cittadini attivi, mondo dell’arte e della cultura. Solo insieme possiamo costruire una società civile”.
Si comincia mercoledì 15 novembre alle 14 con 4 laboratori sperimentali per la città: pratiche teatrali con Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, esercizi narrativi con la Scuola Holden, un lavoro di produzione audiovisiva con Massimo Arvat e Irene Dionisio, un laboratorio di scrittura autobiografica con Duccio Demetrio. Esperienze concrete che offriranno ai partecipanti strumenti per raccontare quello che fanno, narrare le proprie organizzazioni, promuovere i propri valori. Perché solo raccontando quello che facciamo lo rendiamo riconoscibile anche per altri. La sera Vincenzo Pirrotta e Gabriele Vacis porteranno in scena “Supplici a Portopalo”, un racconto teatrale che trae spunto dalla tragedia di Eschilo per portare in scena il dramma dei migranti a partire dalle storie vere di chi vive a Portopalo.
Giovedì 16 novembre apriranno i lavori Mauro Magatti, Nicola Lagioia, Franco Floris e don Luigi Ciotti, mentre nel pomeriggio si svolgeranno 13 workshop interattivi che metteranno al centro i temi con cui chi opera nel sociale si trova a confrontarsi.
Venerdì 17 novembre sarà la volta di Massimo Cirri, Ota De Leonardis, Michela Marzano, Leonardo Becchetti e Fabio Folgheraiter, che apriranno alle 13 conversazioni del pomeriggio: spazi di lavoro per individuare insieme quali sono gli snodi da affrontare per fare società oggi a partire da alcune esperienze concrete diffuse sul territorio italiano. Occasioni per chi opera nel mondo del volontariato non solo per riflettere su quello che fa ma anche per conoscere come lo fanno gli altri, portando a casa spunti e modalità nuove di affrontare problemi spesso simili. La quattro giorni si concluderà sabato 18 novembre con la performance teatrale di Mauro Berruto e gli interventi di Roberto Mancini, Raffaele Mantegazza, Tommaso Delmastro, Cécile Kyenge.
“Nei territori che incrociamo, – proseguono D’Angella e Camarlinghi, – ci sono esperienze che vanno controcorrente e che contrastano le letture individuali e corporative. Che superano le chiusure e arrivano a socializzare i problemi, permettendo agli individui e alle famiglie di uscire dalla solitudine e dall’isolamento, scoprendo così che anche altri condividono le stesse fatiche e tensioni. Nei quattro giorni di festival partiremo proprio da queste esperienze diffuse in tanti luoghi d’Italia, per capire insieme come fatiche e problemi possano essere opportunità per creare solidarietà. Vogliamo capire come queste socializzazioni stanno avvenendo, condividendole e attraverso lo scambio rendendole possibili anche altrove”
L’invito è rivolto a tutti, perché “fare società oggi” è un compito attorno a cui in tanti stanno lavorando, e allora è bene riconoscersi, mischiarsi, lavorare insieme, sognare insieme.