Alzheimer, i 650 volontari che danno sollievo alle famiglie
A Treviso i Centri di sollievo che offrono supporto alle famiglie di persone affette da demenza diventano parte del sistema di sostegno alle famiglie insieme all’azienda sanitaria locale. E si ribadisce che rimanga un’azione volontaria
In provincia di Treviso c’è chi conosce a fondo le necessità delle famiglie con un familiare affetto da Alzheimer. Sono gli oltre 650 volontari impegnati nei 39 Centri di sollievo del territorio, luoghi accoglienti nei quali volontari opportunamente formati, ricevono per qualche ora le persone con demenza, organizzano attività di stimolazione cognitiva, psicomotricità, musicoterapia, uscite e momenti socializzanti con le famiglie e con la comunità. Un sostegno importante che solleva i familiari dal carico gravoso dell’assistenza, soprattutto nei casi di moderata gravità, con un impegno di 350 ore all’anno di servizio e una media di 2,8 giorni di apertura settimanale.
A beneficiare del loro impegno, circa 350 utenti per una media annuale di 175mila ore di volontariato complessivo e una ricaduta economica stimata in 2 milioni e 275mila euro in termini di risparmio per il welfare sociale.
Questa esperienza trova un ulteriore riconoscimento nel protocollo di intesa firmato tra il Csv di Treviso e Ulss2 Marca Trevigiana, presentato davanti a oltre 70 dei volontari impegnati, che definisce i criteri di accesso dei soggetti con Alzheimer o demenza e garantisce un’omogeneizzazione dei percorsi.
L’accordo prevede che il paziente sia valutato presso uno dei 5 Centri disturbi cognitivi e demenze presenti sul territorio senza repliche di valutazioni geriatriche. Successivamente, al paziente e ai suoi familiari, viene segnalata la possibilità di usufruire dei Centri di sollievo presenti nel comune di residenza, o in territorio limitrofo. Il protocollo elaborato dopo un’analisi esplorativa dei centri di sollievo trevigiani, riconosce l’esperienza acquisita nel tempo dai volontari che potranno valutare l’accoglimento dell’utente, in base alla gravità del soggetto.
I volontari con maggiore esperienza e professionalità potranno farsi carico anche di pazienti meno autonomi o di gravità complessivamente maggiore; i centri costituiti da poco tempo con volontari senza pregresse esperienze specifiche, invece, potranno accogliere casi più gestibili. “Il protocollo consiglia – spiega Alberto Franceschini, presidente di Volontarinsieme - Csv Treviso – che i Centri di sollievo continuino ad essere condotti esclusivamente dal volontariato, sia per gli ottimi risultati raggiunti in questi anni sia per mantenere questa attività nell’ambito della gratuità, del dono e del servizio agli altri
I Centri di sollievo sono finanziati da un bando regionale che ha già stanziato per il 2018 176mila euro, suddivisi e distribuiti nei territori delle tre ex Ulss 7-8-9, a favore dei Centri sollievo già esistenti.
Foto: © Nazzareno Berton - progetto Fiaf CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano".