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Conferenza nazionale, media assenti o scarsi strumenti?

Bagno mediatico per la Fornero, silenzio su contenuti. Il volontariato si dota di uno specifico gruppo di lavoro e chiede ai giornalisti ''una rappresentazione più 'rispondente alla realtà'' 

L'Aquila - Sono i media, la grande stampa, il grande assente della sesta Conferenza nazionale del volontariato, che si è chiusa ieri a L'Aquila. Lo dicono i volontari su twitter, lo dicono i rappresentati delle associazioni, come Fausto Casini del Forum del Terzo settore ("Tg del servizio pubblico non contengano solo gossip politico"). Lo ribadisce persino il sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra, chiudendo i lavori della tre giorni. Il tema della visibilità è così impellente che il volontariato si dota di uno specifico gruppo di lavoro per capire come comunicare meglio e avanza precise richieste. Più spazio sul servizio pubblico radiotelevisivo ("presti maggiore attenzione al volontariato e alla comunicazione sociale") e un canale digitale dedicato al mondo del volontariato, da costruire insieme al mondo del giornalismo. Infine rampognano i media: "Offrano una rappresentazione del volontariato e del sociale più articolata e rispondente alla realtà".

I giornalisti in realtà in questi giorni a L'Aquila ci sono stati: un bagno mediatico per il ministro della Lavoro e delle Politiche Sociale, Elsa Fornero, attesa dalle proteste di sindacati e lavoratori e sollecitata "a margine" sui temi caldi, come esodati, fondi alle imprese che assumono, ammortizzatori sociali. In altre parole, il lavoro. Quasi silenzio sul resto dei lavori, soprattutto sui contenuti che sembrano interessare invece molto le testate di settore. Eppure sottolinea il sottosegretario la comunicazione istituzionale su questo evento non è mancata, la presenza delle associazioni era nutrita e ci sono stati 100 incontri preparatori all'evento. C'erano, dunque, tutti gli ingredienti perché ci fossero anche notizie.

Ma non sempre buoni ingredienti bastano a mettere in tavola anche un buon pasto. E' mancata soprattutto la capacità di raccontare storie, di fare emergere attraverso volti e persone, che pure erano numerosissime a L'Aquila in rappresentanza di tutta Italia, quei contenuti così difficili da far passare in modo più astratto. E c'è anche la consapevolezza, soprattutto nei volontari più giovani, che la comunicazione può viaggiare su altri canali, liberi e disorganizzati. Quel mondo che però, come ha ricordato Andrea Volterrani (Uni. Tor Vergata) è ancora troppo poco frequentato. (cch)

Fonte: Redattore Sociale

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