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Maltempo, nel bellunese è ancora emergenza. La risposta dei volontari

Centinaia di cittadini e volontari impegnati dopo la tempesta di pioggia e vento che si è abbattuta sul territorio nei giorni scorsi, ma in montagna la situazione è ancora critica. Sul sito del Csv di Belluno una pagina con tutte le informazioni su come aiutare in costante aggiornamento 

di Clara Capponi

 (Fonte: Redattore Sociale) “La situazione è drammatica. Molto più grave nei comuni di montagna dove è ancora emergenza”, ma la risposta del volontariato non si è fatta attendere: “è stata commovente”. A raccontare a Redattore sociale cosa sta accadendo in Veneto dopo la furia del maltempo dei giorni scorsi è Nevio Meneguz, direttore del Centro di servizio per il volontariato di Belluno. Mentre si fa la conta dei danni, al Csv si lavora per mettere in contatto i cittadini desiderosi di dare una mano con le associazioni del territorio, in stretto collegamento con le istituzioni locali. “L’Agordino e il Cadore sono le zone un po’ più devastate - racconta Meneguz -. C’è un problema di collegamenti, di utenze e di viabilità che sono molto importanti soprattutto per la popolazione locale. Tutti i discorsi che stiamo cercando di coordinare come Csv, partono da questo presupposto: stiamo ancora parlando di emergenza”. Mentre nella parte bassa della provincia, aggiunge Meneguz, la situazione è meno critica. “Tra Belluno e Feltre si stanno raccogliendo i frutti amari di quello che è stato - racconta -. Ci sono alberi da sradicare e quelli che non sono già venuti giù da portar via. È più una questione di pulizia che non di emergenza”.

Sin da subito, il volontariato ha messo in campo le proprie competenze, aggiunge Meneguz. “C’è stata una grande disponibilità del volontariato organizzato e dei singoli cittadini - racconta il direttore del Csv -. Nell’Agordino e nel Cadore la risposta è stata innanzitutto quella dei Vigili del Fuoco volontari, della Protezione civile e degli Alpini, ma commuove anche quella della cittadinanza. Da subito, chi non ha avuto danni ingenti si è messo a disposizione con la pala per cercare di dare una mano”. A quanti vogliono contribuire al fianco delle associazioni nei territori maggiormente compiti, il direttore del Csv avverte: “laddove è ancora emergenza, si lascino lavorare i professionisti. Servono persone formate a usare motoseghe, mezzi di un certo tipo e c’è bisogno che le persone abilitate possano lavorare in serenità. Senza intralci”. Nelle zone dove l’emergenza è rientrata, intanto, la cittadinanza ha fatto sentire la propria presenza. “A Belluno e a Feltre, dove c’è una fase di gestione del post emergenza, abbiamo avuto 300 volontari sabato e 400 domenica. Tanti erano cittadini non appartenenti ad associazioni organizzate. Allertati dai comuni, anche con il nostro aiuto, all’appello hanno risposto centinaia di persone, al di fuori di qualsiasi organizzazione”. 

Intanto, il Csv di Belluno ha allestito sul proprio sito internet una pagina aggiornata con tutte le informazioni necessarie a quanti vogliono contribuire o con una donazione o donando il proprio tempo e la propria professionalità. “Abbiamo predisposto una scheda da inviare a chi ci chiede informazioni e vuole dare la propria disponibilità per fare volontariato - racconta Meneguz -. Come Csv siamo disponibili e cerchiamo di gestire la cosa coordinati con chi sul territorio ha responsabilità e il polso della situazione”. Sul sito del Csv sono state segnalate anche alcune raccolte fondi o di beni di prima necessità avviate da organizzazioni locali proprio per rispondere all’emergenza maltempo. “Ci siamo subito messi a disposizione cercando di farlo in maniera intelligente - aggiunge Meneguz -, sia per quanto riguarda la raccolta fondi e di beni di prima necessità, e anche per quanto riguarda le persone che ci chiamano per capire come poter essere utili come volontari. Quello che è importante ora è essere coordinati, anche per la raccolta fondi. Per questo abbiamo diffuso in primo luogo l’Iban della regione Veneto e il numero verde solidale 45500 diramato dalla Protezione civile regionale. Se vogliamo fare solidarietà è consigliabile rispondere a questi numeri, per non disperdere risorse. Abbiamo comunque indicato alcune raccolte fondi attivate da realtà locali e da associazioni di cui abbiamo la certezza che siano molto attive nel fare e nel rendicontare”. 

Il Csv, inoltre, sta monitorando anche le diverse associazioni presenti nei comuni colpiti per verificare se ci sono danni, problemi e necessità varie. Tra i servizi che hanno subito un duro colpo e che sarà necessario rimettere in sesto quanto prima quello del trasporto solidale. “Sul territorio coordiniamo un servizio di trasporto per persone con ridotta mobilità - racconta Meneguz -. Un servizio che opera soprattutto in montagna”. Il progetto si chiama Stacco, ovvero Servizio trasporto e accompagnamento, ed è attivo in tutta la regione. È uno dei progetti esemplari raccontati, tra l’altro, nel volume di Csvnet “Venti anni di servizio” che raccoglie la storia e le iniziative di tutti i Csv d’Italia dalla loro nascita ad oggi. “È uno dei servizi che le associazioni gestiscono e ora è uno degli aspetti critici perché soprattutto in montagna, ci sono ancora delle frazioni di alcuni comuni che non sono raggiungibili. Da questo punto di vista stiamo facendo un reportage sentendo ogni singola associazione per capire se hanno disagi e se possiamo essere utili”.

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