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Terzo settore: 23milioni a disposizione per i progetti nazionali

Pubblicato l’atto di indirizzo del ministero del Lavoro per finanziare iniziative realizzate da organizzazioni di volontariato, Aps e fondazioni, da sole o in collaborazione. Finalità ed aree intervento in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Scadenza il 10 dicembre 

di Clara Capponi

La data da segnare in calendario è il 10 dicembre 2018: entro le ore 13 organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo settore potranno presentare, da soli in partnership, progetti di interesse generale da finanziare con il fondo nazionale previsto dall’articolo 72 del Codice del terzo settore.

Il 26 ottobre infatti il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha firmato l'atto di indirizzo – in corso di registrazione dalla Corte dei Conti – che insieme all’allegato inquadra obiettivi generali, aree prioritarie di intervento e linee di attività finanziabili.

L’Avviso n. 1/2018, adottato con il decreto dell’8 novembre dalla direzione generale del Terzo settore del ministero del lavoro, spiega nei dettagli chi può fare domanda di contributo e per cosa.

I fondi sono così ripartiti: 23.630.000 sono destinati ai progetti di rilevanza nazionale mentre ammontano a 28milioni di euro le risorse per i progetti locali che potranno essere realizzati sempre dagli stessi soggetti ma con criteri che saranno definiti dalle regioni. Sono poi previsti altri 7 milioni e 750 mila euro per l’acquisto di autoambulanze, veicoli per le attività sanitarie e beni strumentali, e poco più di 2 milioni e 500mila euro per le Aps che si occupano di soggetti disabili svantaggiati.

I progetti nazionali dovranno prevedere lo svolgimento delle attività in almeno 10 regioni (sono equiparate le province autonome di Trento e Bolzano) per un periodo compreso tra i 12 e i 18 mesi. Per realizzare i progetti, i proponenti potranno chiedere fino all’80% del costo previsto (del 50% se a presentare il progetto sono le fondazioni). Per la quota restante dovranno provvedere a un cofinanziamento, al quale potranno contribuire con risorse finanziarie anche enti pubblici o privati non appartenenti al terzo settore, la cui partecipazione però dovrà essere a titolo gratuito. Il finanziamento per ogni singolo progetto non dovrà essere inferiore a 250 mila euro e non superiore a 900 mila.

Come per l’anno scorso, non essendo ancora istituito il registro unico del Terzo settore previsto dalla riforma, possono presentare i progetti Aps e Odv iscritte ai relativi registri regionali e le fondazioni registrate all’anagrafe delle onlus. Confermata anche la possibilità di presentare i progetti in partnership con le reti associative (la nuova forma aggregativa prevista dal Codice).

Una novità di quest’anno è che gli obiettivi e le aree di intervento dei progetti da finanziare sono strettamente connessi all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Le iniziative finanziate inoltre dovranno prevedere lo svolgimento di una o più delle attività di interesse generale previste dall’art. 5 del Codice del Terzo Settore tra cui: promozione della cultura del volontariato; interventi per la salvaguardia dell’ambiente e tutela del patrimonio culturale; accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti; promozione della cultura della legalità e dei diritti umani; riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.

Ulteriore novità introdotta è la possibilità data ai promotori dei progetti di valutare l’efficacia degli interventi realizzati utilizzando uno o più degli indicatori di benessere individuati dall’Istat nel Rapporto Bes 2017.

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