Consulenze gratuite al terzo settore, in crescita gli avvocati “pro bono”
In una video intervista il presidente Giovanni Carotenuto fa il punto sulle sfide che attendono Pro Bono Italia, l’associazione di studi legali che offre consulenze gratuite ad associazioni e cittadini in difficoltà
“Supportare il non profit ed essere sempre più al servizio della società civile, di quei cittadini che hanno bisogno di assistenza e non possono permettersela perché magari non hanno i requisiti nemmeno per accedere ai benefici statali": questo significa promuovere la cultura del pro bono in Italia per Giovanni Carotenuto, fondatore e presidente della rete Pro Bono Italia che mette insieme avvocati studi legali e associazioni forensi per fornire consulenze legali gratuite alle organizzazioni di terzo settore.
Per fare il punto sui passi avanti e festeggiare i primi 5 anni di attività l’associazione si è riunita ieri a Roma per il primo Pro bono day, a cui ha partecipato anche CSVnet, che collabora con la rete come “clearing house” ovvero raccogliendo le richieste di consulenza che arrivano dalle associazioni e tramite i Csv e che Pro Bono Italia smista agli studi legali più adatti al tipo di richiesta.
“Dal diritto societario alla contrattualistica, dalla normativa sulla privacy alla tutela dei diritti dei detenuti e delle persone Lgbt: sempre di più l’attività svolta dagli avvocati pro bono spazia in tutti gli ambiti del diritto e viene svolta volontariamente e mettendo a disposizione a titolo gratuito le competenze acquisite in ambito professionale” commenta il presidente di Pro Bono Italia intervistato durante l’incontro, a conferma di quanto il fenomeno stia prendendo piede nel nostro Paese.
Lo dimostrano anche i dati di una ricognizione presentata nel corso della giornata e a cui hanno risposto 35 su più di 80 realtà socie: quasi il 90 per cento di queste svolgono attività legale gratuita e nel 40 per cento dei casi lo fa in modo strutturato affidando il coordinamento delle attività a partner o professionisti interni.
Il 40 per cento degli studi rispondenti incoraggiano lo svolgimento di un numero minimo di ore di lavoro destinate al pro bono mentre per il 30 per cento delle risposte le ore di attività svolte gratuitamente per le associazioni hanno lo stesso valore di quelle fatturate per la definizione degli obiettivi e del compenso dei legali che svolgono le attività.
“Fra gli obiettivi per il futuro” spiega Carotenuto – “ vogliamo continuare a investire in formazione potenziando l’esperienza delle cliniche legali presenti in tutta Italia”: si tratta di laboratori creati dalle università -attualmente sono 9 - in cui gli studenti di diritto, con l’aiuto di esperti, offrono un servizio di assistenza gratuita”. “Continuiamo inoltre a tenere alta l'attenzione anche sulla riforma del terzo settore grazie alla collaborazione con CSVnet che favorisce il dialogo con le associazioni”.