Solidali e non “isolati”: il plauso del papa ai volontari della Sardegna
Mentre il Csv regionale apre con la carovana Liberaidee l’ultima serie di eventi per celebrare il suo ventennale, resta viva l’emozione dopo l’udienza privata concessa dal pontefice a 600 rappresentati delle associazioni di volontariato dell’isola. Il video
Venti anni intensi di storia celebrati con un programma di eventi ancora più intenso. E, è il caso di dirlo, suggellati dal migliore dei “testimonial” possibili: papa Francesco.
A fianco della carovana di Liberaidee, che parte oggi da Cagliari per concludersi domenica, il Centro di servizio per il volontariato Sardegna solidale si appresta a concludere i suoi “primi vent’anni” di esistenza (fondato a fine ’97, iniziò a operare proprio all’inizio del 1998). Al centro della carovana, ovviamente, i temi dell’antimafia cari all’associazione promossa da don Luigi Ciotti, ma anche alcuni appuntamenti legati alle attività qualificanti del Csv. Tra questi, la presentazione del rapporto “Povertà e ricchezza in Sardegna, insieme per nuovi modi di essere società” (Cagliari, 11 dicembre) realizzato dalla Fondazione Zancan per Sardegna Solidale, e la grande festa in programma sabato 15 a Gergei, dove si ritroveranno centinaia di studenti provenienti da tutta l’isola per la manifestazione “Cambia rotta. Una scuola che accoglie, che dialoga e che integra”, momento di avvio del progetto Scuola & Volontariato del Csv. Una mattinata che promette emozioni, come avvenuto in tutti gli incontri che hanno marcato in questi anni l’attività, fatta di progetti e grandi numeri, di Sardegna Solidale per la promozione del volontariato tra i ragazzi.
Ma per oltre 600 volontari sardi nessuna emozione sarà più forte di quelle ricevute il 30 novembre scorso, quando sono stati ricevuti in udienza privata da papa Francesco. Un incontro quasi “intimo”, nell’immensa Sala Nervi del Vaticano, che ha toccato le corde di tutti i presenti, partiti insieme la notte prima per il viaggio in traghetto organizzato da Sardegna solidale. Nel ricordo dei partecipanti resta lo sguardo di un papa affaticato che ritrova però vitalità proprio parlando della solidarietà “dall’orizzonte aperto” dei volontari sardi e nel contatto con i suoi protagonisti, che è andato a salutare quasi uno a uno.
Guardato e riguardato, condiviso centinaia di volte, il video dell’incontro mostra il calore della platea verso il pontefice e soprattutto permette di riascoltare le parole che resteranno, per molti, una guida per i prossimi anni. “Caro Papa Francesco, - aveva esordito nel suo intervento il presidente del Csv Giampiero Farru, - siamo quelli che in terra di Sardegna quotidianamente, in silenzio, spesso con il peso della solitudine, dell’ingratitudine e del disconoscimento, operiamo per lenire le sofferenze e attenuare le difficoltà di chi fa più fatica, di chi non ha lavoro, di chi non trova speranza, di chi non riesce a vedere un futuro per sé, per la sua famiglia, per i suoi cari. Di chi è vittima della cultura dello scarto. Il volontariato sardo è testimone di tante storie di successo e di ripresa, di relazioni che rinascono, di fili spezzati che si riannodano e di vite che ripartono. Siamo qua per celebrare vent’anni di vita comune. E non potevano avere regalo più bello…”.
“Vi incoraggio a proseguire con passione la vostra missione, - è stata la risposta di Bergoglio. - Oggi c’è molto bisogno di testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito. C’è bisogno di persone perseveranti, che affrontano le difficoltà con spirito di unità e ponendo sempre alla base di tutto lo scopo ultimo, cioè il servizio al prossimo. Così facendo, continuerete ad essere per l’intera Sardegna un punto di riferimento e un esempio”.
“Desidero esprimervi il mio apprezzamento, - ha aggiunto, - per quanto avete operato e state operando a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione sarda, con un’attenzione rivolta anche ad alcuni fra i Paesi più poveri del mondo. Questo va sottolineato, perché è segno che non vi siete ‘isolati’ ma, nonostante i grandi bisogni di casa vostra, avete tenuto aperto l’orizzonte della vostra solidarietà. In tale prospettiva, avete saputo accogliere e includere coloro che sono arrivati in Sardegna da altre terre in cerca di pace e di lavoro”.
“Voi volontari, - ha concluso, - non svolgete un’opera di supplenza nella rete sociale, ma contribuite a dare un volto umano e cristiano alla nostra società” perché “il servizio di volontariato solidale è una scelta che rende liberi e aperti alle necessità dell’altro; alle esigenze della giustizia, alla difesa della vita, alla salvaguardia del creato, con una attenzione tenera e speciale per i malati e soprattutto per gli anziani, che sono un tesoro di saggezza!”.