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CSVnet Centri di servizio per il volontariato

Riforma terzo settore: crescono gli accordi tra Csv e commercialisti

Sono una trentina i Centri di servizio per il volontariato che stanno dando seguito all’intesa nazionale tra Csvnet e il Consiglio dei professionisti contabili. Tra gli obiettivi, il supporto agli enti di terzo settore nell’applicazione delle nuove norme

di Alessia Ciccotti

È già lunga la lista dei centri di servizio per il volontariato che stanno siglando accordi con gli ordini locali dei dottori commercialisti e degli esperti contabili; 14 quelli già firmati, 3 le intese che prenderanno corpo nei prossimi mesi, mentre in altri 11 casi sono stati avviati i primi contatti. Dopo il primo firmato a Verona, sono arrivati quelli di Venezia, Genova, Belluno, Monza, Parma, Aosta, Bologna e, più recentemente, Messina, Trento, Torino e, nel 2019 il Molise, Vicenza e le Marche. Ma l’elenco è destinato a crescere sensibilmente. I Csv di Bergamo, Friuli Venezia Giulia e Ravenna prevedono di firmare i loro rispettivi protocolli a breve. Mentre sono stati avviati dei contatti per produrne analoghi da parte dei Csv di Asti-Alessandria, Avellino, Biella-Vercelli, Brindisi, Caserta, Ferrara, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Treviso.

I protocolli derivano dall’accordo nazionale stretto tra CSVnet e il Cndcec (Consiglio nazionale dottori commercialisti e esperti contabili) a luglio 2018, che prevede l’elaborazione di criteri, requisiti e procedure per l’esercizio dell’attività di autocontrollo da parte dei Csv nei confronti degli enti di terzo settore (Ets) loro associati (in base all’art. 92 del Codice del Terzo settore), anche per favorire il coinvolgimento dei commercialisti a livello locale in tale attività. L’accordo nazionale prevede inoltre la predisposizione di linee guida su come gli organi sociali degli enti del terzo settore (assemblee, direttivi, revisori, garanti ecc.) devono comportarsi caso per caso in ordine alle responsabilità e alle funzioni indicate dalla normativa vigente.

In virtù degli accordi tra i Csv e gli ordini provinciali, i due enti condivideranno tra l’altro strategie e modalità di intervento e insieme attiveranno itinerari di consulenza, assistenza e formazione sui temi fiscale, contabile e amministrativo inerenti la riforma del terzo settore. Ad esempio, tra le prime iniziative in cantiere a Messina c’è lo sviluppo di attività formative dedicate in particolare alle nuove disposizioni indicate dal D.lgs 112/17 sull’impresa sociale e il D.lgs 117/17 sul Codice del terzo settore. Il Cesv ha già annunciato, inoltre, la firma nelle prossime settimane di analoghi protocolli anche con le sedi dell’ordine a Barcellona Pozzo di Gotto e Patti.

A Torino, invece, il Csv Vol.To e l’ordine si propongono di organizzare iniziative di informazione e formazione, attraverso corsi, seminari, convegni, pubblicazioni sui temi della riforma. La convenzione prevede, inoltre, la valorizzazione di esperienze locali per proporre linee guida di comportamento per gli organi sociali degli Ets e la produzione di documenti di best practice.

Quello del Molise è il primo Csv del 2019 a siglare il suo accordo con gli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Campobasso, Isernia e Larino. Ne ha dato notizia lo stesso Centro di servizio il 2 gennaio; il protocollo ha una durata biennale e può essere espressamente rinnovato dalle parti prima della sua scadenza.

Il 10 aprile è arrivata poi la firma del protocollo d'intesa da parte del Csv di Vicenza e dell'Ordine provinciale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, per promuovere "buone pratiche insieme". Per l'occasione è stato anche organizzato un convegno su “Lo stato dell’arte della riforma del terzo settore: l’aggiornamento degli statuti e la disciplina fiscale applicabile nel periodo transitorio” con gli interventi di esperti ed esponenti del non profit provinciale.

A maggio è stata firmata anche per le Marche una convenzione tra Unione regionale ordini Commercialisti e CSV regionale, che collaboreranno su più fronti nell'ottica di una crescita reciproca di competenze. L'accordo intende sviluppare un rapporto di collaborazione, anche attraverso gruppi di lavoro dedicati, con molteplici finalità.

 

Aggiornato il 24 maggio 2019

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