Giovani e volontariato: “Un problema di domanda, più che di offerta…”
Da una ricerca curata da Ugo Ascoli e Emmanuele Pavolini delle università Politecnica e di Macerata per il Csv delle Marche, emerge un quadro in chiaroscuro. La partecipazione ci sarebbe, “ma le associazioni devono mettersi in gioco ed entrare più in sintonia con i giovani”
Appassionare e coinvolgere i giovani è una delle sfide costanti del volontariato. Non a caso è stata incentrata su questo tema l'ultima ricerca promossa dal Centro di servizio per il volontariato Marche in collaborazione con le università Politecnica delle Marche e di Macerata, per indagare, attraverso i numeri e non solo, la presenza e il ruolo dei giovani volontari (con meno di 30 anni) e anche le pratiche per facilitarne il “reclutamento” e la permanenza nelle associazioni marchigiane.
Lo studio "Giovani e volontariato nelle Marche. Quali prospettive e quali sfide”, (qui la versione integrale) a cura di Ugo Ascoli ed Emmanuele Pavolini, è stato realizzato con un questionario sottoposto a circa 200 organizzazioni di volontariato (Odv) e dei focus group con volontari marchigiani e sette Csv italiani, volti ad approfondire alcune buone prassi e fornire anche spunti utili per le associazioni. "Un titolo indicativo dell'attenzione che crediamo vada riservata alla presenza di giovani nelle nostre associazioni - ha spiegato Simone Bucchi, presidente del CSV Marche - Il ricambio generazionale, l'innovazione e l'intergenerazionalità sono processi che vanno presidiati con continuità".
Tra i dati del questionario emergono quelli sulla presenza nelle Odv marchigiane: il 40,3% non ha volontari giovani al suo interno; nel 39,3% dei casi sono una minoranza contenuta; nel restante 20,4% rappresentano invece una parte consistente. Riguardo il profilo dei dirigenti, solo il 3% delle Odv ha presidenti con meno di 30 anni, ma il 22% dei presidenti ha tra i 30 e i 45 anni: dati, questi ultimi, più elevati della media nazionale.
Per quanto riguarda la gestione e le attività d'inserimento, i tre quarti delle Odv hanno figure dedicate, ma solo il 38% ha sviluppato attività specifiche per il reclutamento di potenziali giovani volontari. Le scuole sono i contesti in cui le Odv marchigiane cercano maggiormente i giovani, mentre le università appaiono ancora un terreno poco esplorato.
Il dato incoraggiante è che il 76% delle Odv si dichiara disponibile a partecipare a programmi, anche impegnativi, di inserimento di giovani volontari. Dunque da parte delle associazioni c'è la volontà di impegnarsi maggiormente con i giovani, e dai focus group emerge con forza la spinta a rivedere il rapporto con le giovani generazioni.
La partecipazione giovanile c'è, spiega il prof. Ugo Ascoli, anche se più discontinua e meno strutturata (volontariato “episodico” o individuale): più che dall’offerta, le maggiori difficoltà sembrano provenire dalla domanda, ovvero dalle Odv, che “non sono ancora entrate in sintonia con i cambiamenti sociali e culturali delle giovani generazioni".
Allora, che fare? "Occorre 'mettersi in gioco' a livello organizzativo, - prosegue Ascoli, - entrare più in contatto con il mondo giovanile, negli stili comunicativi, nelle forme di reclutamento, nell'attribuzione di ruoli di responsabilità, e anche nella valorizzazione di forme di volontariato individuale, più flessibile".
Tra le indicazioni più operative emerse dalla ricerca: curare con assiduità il sito web e i canali social dell'associazione, l'importanza del servizio civile, prevedere e formare un "referente organizzativo" dei giovani volontari, organizzare eventi, essere presenti con continuità nelle scuole "promuovendo forme di confronto e testimonianza fra 'pari', con studenti che hanno già fatto stage o esperienze di volontariato, - conclude Ascoli. - E poi serve un costante lavoro di confronto anche con gli enti locali, soggetti di riferimento del welfare locale, in un'alleanza con scuole e volontariato".
Foto: © Massimo Alfano - Progetto Fiaf CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano".