Zamagni e l’elogio di Mattarella al terzo settore
Durante un’intervista per Radio 1 l’economista ha commentato il discorso del Capo dello stato per il centenario di Confcooperative “un errore politico e culturale quello di pensare che il nostro paese possa fare a meno del non profit”
Il terzo settore ha un ruolo fondamentale nella vita democratica, il suo valore è sancito dalla Costituzione e va tutelato: si può riassumere così il discorso con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ieri (14 maggio) alle celebrazioni per il centenario di Confcooperative.
Secondo il Capo dello Stato “Si tratta di realtà capaci di penetrare in maniera più efficace e più puntuale nel tessuto sociale, più rassicuranti per i nostri concittadini”; parole che segnano un riconoscimento importante per tutto il mondo del non profit e che si inseriscono in modo significativo nel dibattito lanciato nelle scorse settimane da Stefano Zamagni, economista italiano, già presidente dell’Agenzia per le Onlus, e tra i massimi esperti di economia civile e sociale; dalle pagine di alcune testate nazionali e di settore ha denunciato senza mezzi termini il presunto attacco che proprio il terzo settore, i corpi intermedi - e i diritti sociali che rappresentano - stanno subendo dall’attuale governo.
Un’accusa ribadita anche ieri, durante un’intervista per la trasmissione radiofonica di Radio 1 “Zapping” (qui il link per riascoltarla) in cui l’economista è stato invitato a commentare la situazione attuale del terzo settore e le parole del presidente Mattarella, vista anche la sua partecipazione all’evento di Confcooperative.
“Finalmente la più alta figura dello Stato dice una parola definitiva sull’errore che ha dominato finora nella cultura oltre che nella prassi politica – ha spiegato l’economista – “ovvero quello di pensare che un ordine sociale come quello del nostro paese possa reggersi solo sulle gambe del pubblico e del privato senza considerare in alcun modo l’apporto fondamentale del terzo settore”.
Zamagni ha affermato chiaramente che il terzo settore non può essere la “ruota di scorta” o un’appendice dello stato e del mercato; “il non profit deve poter godere della stessa autonomia degli altri due pilastri della nostra società; al contrario la strategia messa in atto è di mettere in riga il terzo settore in cambio di risorse finanziarie”.
A conclusione dell’intervista infine, Zamagni è tornato sul tema delle risorse ma soprattutto sui ritardi che riguardano la riforma del terzo settore e la messa in funzione del nuovo assetto normativo “le organizzazioni devono essere in grado di ottenere le risorse di cui hanno bisogno attraverso gli strumenti della finanza sociale previsti dal codice del terzo settore ma che non sono ancora a regime; a distanza di due anni dalla legge, siamo ancora in attesa dei decreti attuativi”.