La povertà nei piccoli comuni: apre nuovo emporio solidale in Piemonte
Nella Valsessera, territorio di 9 centri e 12 mila abitanti un tempo fondato sull’industria tessile, una rete di associazioni e comuni ha dato vita al penultimo arrivato di una rete nazionale di 200 “negozi” dove le persone in difficoltà possono fare la spesa gratis
Inaugurato due giorni fa, si chiama “Emporio solidale della Valsessera” e sarà operativo dal 29 luglio. Si tratta del diciannovesimo emporio solidale del Piemonte, e come molti altri aperto in un luogo tutt’altro che urbanizzato: il territorio della Valsessera comprende infatti nove comuni in zona collinare e montana tra le province di Biella e Vercelli, con una popolazione complessiva di circa dodicimila abitanti.
L’emporio è il penultimo arrivato (l’ultimo è quello di Piacenza inaugurato oggi) nella rete di circa 200 strutture simili individuate in Italia dal recente rapporto di Caritas Italiana e CSVnet. E nasce con la stessa idea di sviluppare una forma di sostegno differente dalla classica distribuzione del “pacco alimentare” alle persone indigenti, prendendo spunto in questo caso dall’esperienza realizzata a Vercelli con l’Emporio della solidarietà della Caritas Eusebiana aperto nel 2016.
L’iniziativa si deve alla costituzione lo scorso anno del “Tavolo permanente per la riduzione dello spreco alimentare” promosso dal comune di Vercelli; ma la spinta decisiva, racconta il referente dell’emporio Massimo Platini, della Società italiana di medicina veterinaria preventiva (Simevep), è arrivata dal bando 2018 della Regione Piemonte a sostegno del volontariato. Sul modello della maggior parte degli empori, il progetto del Valsessera è stato fatto proprio da una rete di associazioni ed enti pubblici e privati formata da ben 15 soggetti, ed ha ottenuto il finanziamento di 35 mila euro che ha consentito di partire. Importante in questa fase di stesura del progetto l’accompagnamento dell’associazione capofila da parte del centro di servizio per il volontariato di Biella e Vercelli, che ha anche pubblicato un opuscolo rivolto agli utenti dell’emporio.
Secondo il centro di ascolto Caritas della Valsessera, a fine 2018 erano circa cento le famiglie destinatarie del pacco alimenti mensile della stessa Caritas; e altre cento chiedono di usufruire di aiuti di tipo non alimentare. Si considera quindi che solo per gli alimenti l’emporio avrà un’utenza iniziale di circa 350 persone. “La crisi che il nostro Paese subisce ormai da molti anni, - spiega Platini, - ha colpito anche un territorio come il nostro che si regge sull’industria tessile e che ha visto ridurre sensibilmente la forza lavoro. Molte ditte, soprattutto piccole, hanno chiuso le attività e in un comune come Coggiola, molto produttivo fino alla fine degli anni 80, già avevano terminato le produzioni imprese come Fila e Bozzalle e Lesna capaci di dare lavoro fino a mille persone complessivamente”.
Chi accede all’emporio solidale è già stato accreditato dal Centro di ascolto ed è in possesso di una tessera personale (una per famiglia) con un credito mensile quantificato non in euro ma in punti. Potrà “spendere” tutti i punti entro il mese e avrà lo stesso credito precaricato ogni ventottesimo giorno del mese successivo. “In apparenza è una procedura laboriosa, in realtà consente agli utenti di fare una vera spesa, sempre gratuita, scegliendo i prodotti che più gradiscono, se disponibili, - aggiunge Platini. - Abbiamo considerato che avvicinare la famiglia al negozio possa diventare un forma più dignitosa di aiuto”.
Almeno il 70% degli alimenti non deperibili o a lunga conservazione arrivano dal Banco Alimentare - sede di Moncalieri - e si possono attualmente quantificare in circa 8 quintali mensili. Ad essi si aggiungono gli alimenti donati dalla piccola, media e grande distribuzione delle due province, integrati da altri generi che dovranno essere acquistati direttamente. In particolare, l’emporio intende sviluppare il recupero degli alimenti deperibili, i “freschi”, che ancora adesso sono difficilmente recuperati dalle associazioni di volontariato. L’applicazione del manuale di buone prassi realizzato da Banco Alimentare e Caritas, garantirà la salubrità degli alimenti.
Il Valsessera prevede due aperture settimanali e si avvale del sistema informatizzato di molti empori italiani, fornito dalla ditta “Ideainformatica” e acquistato grazie al contributo di un cittadino. È previsto l’impiego di due operatori part time per la gestione del magazzino e la pulizia. Ciò anche grazie a un contributo di Fondazione Cattolica Assicurazioni per il periodo luglio 2019-giugno 2020, mentre per futuri finanziamenti si guarda già al bando 2019 della regione a cui si parteciperà insieme a assieme alla Opere socio umanitarie Vercellesi.
Ecco infine l’elenco dei partecipanti alla rete: associazione Veterinaria per la cooperazione internazionale (capofila), Volontari Auser della Valsessera, Manitese di Pratrivero, Ctv di Biella e Vercelli, Servizi sociali dell’Unione Montana Valsesia, Simevep, Comuni di Coggiola, Crevacuore, Guardabosone, Postua, Portula, Pray, Sostegno, Caritas Valsessera parrocchia San Giorgio di Coggiola e Caritas Cossato parrocchia Gesù Nostra Speranza.