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Puglia, contributi ai Csv con legge regionale: è la prima in Italia

Stanziati 15 mila euro per ciascuno dei quattro centri operanti nel 2020. Potranno essere usati solo per ottenere la personalità giuridica oppure per partecipare a bandi di progetto 

È la Puglia la prima regione italiana ad assegnare per legge un contributo economico ai Csv. Lo fa con la legge n. 52 del 30 novembre 2019 - “Assestamento e variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021” - che all’art. 40 prevede una assegnazione straordinaria di 15 mila euro per ciascuno dei quattro Csv operanti nel 2020: Foggia, Bari, Taranto e quello appena nato dalla fusione in atto tra Brindisi e Lecce.

La somma ha lo scopo generale di “incentivare lo svolgimento di attività di volontariato”, ma potrà essere destinata, a scelta, solo alle due seguenti finalità: “alla patrimonializzazione del fondo sociale volta al riconoscimento della personalità giuridica o al cofinanziamento di progetti in risposta a bandi europei e nazionali a elevata ricaduta sociale sul territorio regionale”.

La prima finalità si riferisce all’obbligo, anche per i Csv, di possedere un patrimonio minimo di 15 mila euro (come stabilito dall'art. 22 comma 3 del Codice del terzo settore) per conseguire la personalità giuridica. In alternativa, i Csv possono appunto usare il contributo per presentare progetti su bandi che prevedono un cofinanziamento.

Come detto, si tratta della prima legge regionale nel suo genere, anche se non è ovviamente il primo caso in cui le regioni (tra queste Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana ecc.) hanno stanziato somme per sostenere attività dei Centri di servizio, sia nella promozione del volontariato che per fronteggiare situazioni normative particolari. In questo secondo caso era stata la stessa Regione Puglia ad aver previsto nel 2018 - all’interno del suo programma “Puglia sociale 2.0” - un contributo di 20 mila euro per ogni Csv destinati a coprire le numerose incombenze determinate dall’attuazione della riforma del terzo settore (la regione aveva già creato nel 2017 un “Tavolo” specifico con tutte le parti coinvolte). Allora però le risorse provenivano dall’assegnazione alla Puglia di fondi che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali stanzia ogni anno per il sostegno di progetti “innovativi e generativi” del volontariato e del terzo settore.

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