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Coronavirus: i Csv non si fermano. Gli effetti sul volontariato

Incontri e formazione sospesa per oltre 30 centri di servizio, ma restano operativi gli uffici nelle regioni interessate dalle ordinanze per limitare il rischio di esposizione. L'Auser ha stilato un decalogo per le sedi territoriali; attività ridotte per le associazioni ospedaliere; sul fronte servizio civile, arriva la circolare per i volontari. Il ministero delle politiche sociali sospende i termini di esecuzione dei progetti di interesse generale finanziati nel 2017/2018

di Clara Capponi

Articolo aggiornato al 5 marzo

Il volontariato non si ferma e le attività proseguono, ma con le dovute attenzioni. È questa la linea assunta in queste ore da oltre 30 Centri di servizio delle regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Piemonte) che ad oggi hanno emesso ordinanze per limitare il rischio di esposizione al Covid-19 (Coronavirus).

I Csv della Lombardia hanno annullato, fino al 1^ marzo, tutti gli eventi e corsi di formazione per volontari e associazioni; gli uffici restano comunque contattabili attraverso i consueti recapiti telefonici e via e-mail. A Milano sono state intanto rinviate le due grandi manifestazioni previste per il primo week-end di marzo: la prima edizione della Civil week, il ricco calendario di iniziative previste dal 5 all’8 marzo promosso dal Csv e dal Forum terzo settore locale insieme al Corriere della Sera. E la 17ma edizione della mostra mercato Fa' la cosa giusta, incentrata sul consumo critico e gli stili di vita sostenibili, che avrebbe dovuto tenersi dal 6 all'8 marzo alla Fiera di Milano.

In particolare il Csv di Milano ha voluto sottolineare con una nota l'importanza del volontariato come "collante" contro le fratture sociali legate alla recente crisi sanitaria. Per questo gli uffici del centro di servizio restano aperti insieme alla sperimentazione di soluzioni digitali per continuare ad erogare i servizi

Invece le sedi del Csv Lombardia Sud, pur proseguendo le attività, restano chiuse fino al 6 marzo.

Dopo la chiusura al pubblico degli uffici della scorsa settimana, in Liguria il Csv di Genova ha ripreso le attività regolarmente mentre le sedi di Savona e Imperia del Csv Polis hanno sospeso incontri formativi e riunioni e rimandato le elezioni del primo consiglio direttivo (a seguito della fusione ), in programma questa settimana, al 5 e al 6 marzo. In Piemonte anche il Csv di Novara ha riaperto gli uffici mentre il Csv di Torino ha deciso di prolungare le attività solo online (via email, skype) o al telefono fino al 4 marzo. Per il Csv di Asti Alessandria permangono le limitiazioni alle attività già in essere. .

Attività ridotte anche nella Capitale europea del volontariato. Secondo quanto comunicato anche su Facebook, gli uffici del Csv di Padova sono aperti ma con la richiesta di contattare il personale principalmente al telefono o via email e social network, suggerendo alle associazioni della provincia di “attenersi alle stesse indicazioni mantenendo i servizi attivi per quanto possibile”. La stessa decisione hanno gli altri 6 Csv del Veneto e il Csv regionale del Friuli Venezia Giulia, che ha deciso di sospendere incontri e riunioni anche per questa settimana. Rimandati quindi a data da destinarsi tutti gli appuntamenti pubblici in calendario questa settimana, i corsi di formazione e i tavoli di progettazione; sospeso il servizio di affitto sale.

Anche in Emilia Romagna sospesi incontri ed attività formative con più di 4-6 persone in base alla comunicazione diffusa dai Csv di Bologna, Ravenna le sedi di Modena e Ferrara del Csv Terre Estensi, la sede di Reggio Emilia del Csv Emilia e il Csv di Rimini. Anche la sede di Piacenza del Csv Emilia resta aperta ma alcune attività sono limitate o sospese 

Nella Marche il Csv regionale, in ottemperanza con l'ordinanza del 25 febbraio, ha sospeso fino al 4 marzo l'utilizzo delle sale riunioni continuando ad erogare i servizi principalmente a distanza. Alcune attività, come un corso di formazione sulla raccolta fondi, non si svolgerà in presenza ma tramite webinar (fomazione online).

In Umbria il Csv regionale ha annullato l'evento in programma il prossimo 6 marzo "Il valore sociale del volontariato: un modello possibile?".

L'emergenza è arrivata anche al Sud: a seguito dell'ordinanza emessa dalla regione Campania, il Csv Salerno ha chiuso al pubblico gli sportelli territoriali e sospeso le attività dell'Università del volontariato.

Restando attiva la comunicazione, nei prossimi giorni i Csv potranno essere anche un’antenna per verificare lo stato delle attività specifiche delle associazioni in cui sono direttamente impegnati i volontari. Intanto l’Auser, associazione nazionale per l’invecchiamento attivo, ha stilato un decalogo di comportamento rivolto a tutte le 1500 sedi associative d’Italia, con una serie di semplici consigli “per affrontare con serenità e senso di responsabilità questo periodo complicato”. Alcune associazioni ospedaliere, come Federavo, stanno consigliando alle sedi locali la sospensione delle attività di volontariato negli ospedali, mentre la fondazione Abio ha dato indicazione alle sue 61 associazioni, su tutto il territorio nazionale, di sospendere immediatamente tutte le attività.

Novità anche sul Servizio civile universale: il Dipartimento ha diffuso una circolare con le indicazioni agli enti sull'impiego degli operatori volontari; sospesi progetti e servizio nelle zone direttamente coinvolte dall'infezione.

Tra gli ultimi provvedimenti assunti dal Governo rispetto alla crisi, la nota emessa in queste ore dal Ministero del lavoro e Politiche sociali, che ha deciso di sospendere, per il periodo che va dal 20 febbraio al 1 marzo, i termini di esecuzione delle attività progettuali di interesse generale finanziati nel 2017/2018 con il fondo nazionale previsto dall’articolo 72 del Codice del terzo settore.

La nota recepisce le misure introdotte con Il decreto-legge n. 6 del 23 febbraio e con le ordinanze del ministero della Salute nelle regioni interessate.
Secondo il ministero la sospensione di manifestazioni o iniziative, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato possono incidere sulle attività progettuali.
Per questo - come si legge nel documento - "gli otto giorni di vigenza delle disposizioni contenute nelle ordinanze (e quelli ulteriori che dovessero eventualmente essere disposti da successivi provvedimenti delle autorità competenti, in relazione all’evoluzione dell’emergenza sanitaria) non devono essere considerati ai fini del computo della durata complessiva dei progetti”.
Un indicazione utile per tutte le associazioni che gestiscono progetti non solo nei territori interessati dalle ordinanze, ma anche per gli altri progetti la cui esecuzione è in qualche modo investita dalle disposizioni in esame. "Gli enti attuatori potranno valutare - continua la nota - l’adozione di modalità alternative di realizzazione delle azioni programmate, comunque compatibili e idonee al raggiungimento degli output di progetto". I costi sostenuti per la realizzazione delle attività e gli eventi programmati ma non realizzati a causa dell'emergenza sanitaria potranno comunque essere rendicontati, "se l’obbligazione giuridicamente vincolante sia stata assunta prima del 23 febbraio 2020 e corredata dalla regolare documentazione giustificativa prescritta dalla circolare n.2/2009, come richiamata nelle convenzioni regolative del finanziamento".

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