Auser: presentato IV Rapporto Nazionale Enti Locali e Terzo Settore
Presentato il 27 aprile al Centro Congressi di via Cavour a Roma il IV Rapporto Nazionale Enti Locali e Terzo Settore, promosso dall'Auser e realizzato dall'Ires (Istituto ricerche economiche e sociali), che analizza per il primo trimestre del 2011 gli appalti comunali e i bandi pubblicati dalle amministrazioni locali per il reclutamento del personale.
I risultati dell'indagine commentati dall'Auser offrono un quadro del sistema del welfare italiano sempre più impoverito, sia economicamente che qualitativamente, a causa dei tagli ai trasferimenti statali verso i comuni e delle numerose riduzioni subite dai fondi sociali, che in totale ammontano al 63%.
Secondo quanto riportato dalla ricerca, la decurtazione più significativa riguarda il Fondo nazionale per le politiche sociali che rappresenta la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie. Tale fondo dal 2008 ad oggi ha visto scendere la sua dotazione da 929,3 milioni a 273,9 milioni di Euro. In conseguenza di ciò le amministrazioni comunali tenderebbero verso un progressivo impoverimento dei servizi pubblici o un innalzamento delle tariffe di questi servizi e dei tributi dei cittadini, che ne pagano gli effetti sia in termini economici che qualitativi.
I servizi socio-assistenziali, in particolare, sempre più spesso sono affidati a cooperative esterne o associazioni di volontariato. Proprio queste, in special modo al sud e nelle isole, sono preferite alle prime per un evidente abbassamento dei costi, considerato che le associazioni si avvalgono generalmente di prestazioni volontarie e gratuite, mentre le cooperative di manodopera retribuita. Dal punto di vista delle assunzioni, inoltre, l'indagine registra che dal 1 gennaio 2010 al 31 marzo 2011 queste hanno riguardato soprattutto il reclutamento di dipendenti con contratti a termine o cosidetti "flessibili" (28% tempo determinato, 59% Co.co.co). In 37 casi, sui 186 esaminati, le amministrazioni comunali hanno assunto con contratti di collaborazione coordinata e continuativa figure professionali basilari come assistenti sociali, psicologi ed educatori.
Dal IV Rapporto Nazionale emerge poi che l'affidamento dei servizi sociali da parte dei Comuni, almeno di quelli più grandi, avviene senza la pubblicazione di selezioni o bandi di gara ma per affidamento diretto. Laddove esistono invece dei bandi pubblici, questi prevedono una durata che in molti casi non supera l'anno, impedendo di fatto la possibilità di dare continuità ai servizi e un processo di progettazione e sviluppo; la spesa media per ciascun bando rimane bassa, 51.800 euro circa; il 15% delle gare prese in esame sono state poi indette in base al criterio di aggiudicazione al prezzo più basso dell'elenco delle offerte, nonostante di questa prassi, che ignora le componenti tecniche e qualitative delle offerte, la legge 328/2000 e le norme regionali vorrebbero vedere l'abbandono.
Questi fattori, secondo l'Auser, mettono a rischio la professionalità, l'efficacia e la stabilità dei servizi sociali erogati dalle amministrazioni tramite cooperative e associazioni di volontariato. Dall'altro lato c'è poi un "uso improprio" del Terzo settore e un'alterazione del suo ruolo, sempre più di sostituto dello Stato e sempre meno di supporto e integrazione.
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