Coronavirus, Csv Toscana: 1 associazione su 2 non ha risorse per continuare
Presentata la prima indagine post emergenza sullo stato di salute del terzo settore locale: il 14% degli Ets ha chiuso o sospeso le attività, oltre il 70% le ha ridotte. Gelli: “La pandemia reclama più sanità, servizi, assistenza, sociale e non possiamo farlo senza il terzo settore”
L’emergenza Coronavirus ha colpito profondamente il terzo settore in Toscana. Oltre il 70% degli enti ha dovuto ridurre le proprie attività, e il 14,2% addirittura ha chiuso o sospeso qualunque tipo di operazione; quelli che le hanno mantenute inalterate sono il 19%.
È il quadro che emerge con grande evidenza dall’indagine condotta da Sociometrica per conto del Csv Toscana, dedicata appunto a valutare l’impatto dell’epidemia sugli enti del terzo settore della regione. Al contrario, le associazioni di volontariato che lavorano nel campo della sanità hanno incrementato le attività.
L’impatto però è diverso da provincia a provincia: la situazione più critica è quella di Siena, dove a chiudere è stato oltre un quarto degli ets (28%); situazione difficile anche a Pistoia e Grosseto, dove hanno chiuso rispettivamente il 25% e il 23% degli enti; a Firenze il 13%, a Massa Carrara il 12%, ad Arezzo e a Lucca l’11% e a Livorno l’8%. La situazione è sostanzialmente la stessa di quella pre-crisi solo nella provincia di Prato (4%).
L’aspetto economico è quello che ha messo in maggiore difficoltà gli enti: il 16% ha perso gran parte delle risorse di cui ha bisogno per svolgere le attività ed il 34% registra rilevanti difficoltà. Il 44% dichiara inoltre di avere difficoltà a reperire risorse per le attività correnti.
Un colpo particolarmente negativo è stata la cancellazione degli eventi, che funzionano sia per la promozione del volontariato sia per finanziare singole attività.
L’indagine ha messo però in evidenza anche la grande capacità di resilienza delle associazioni, che sono totalmente determinate a continuare le attività, nonostante la crisi attuale, e sono pronte a integrare i loro servizi con quelli pubblici, per dare ai cittadini toscani servizi sanitari e di assistenza sempre migliori.
Pensando al futuro, Federico Gelli, presidente del Csv, è ottimista: “Sono convinto, come il 37% dei responsabili degli ets, che ci sia spazio per riconsiderare molti aspetti della vita collettiva. L’esperienza della pandemia reclama più sanità, più servizi, più assistenza, più sociale e non possiamo farlo senza il contributo del terzo settore. La politica non potrà rispondere a questa esigenza senza un’alleanza con il terzo settore. Consegniamo alla nuova classe dirigente di questa Regione tutti gli strumenti necessari perché ciò avvenga: in ultima la neonata legge regionale sul terzo settore che sancisce e legittima il ruolo degli ets nei percorsi di co-programmazione e co-progettazione con le amministrazioni pubbliche”.
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