Veneto, nasce il nuovo Csv di Padova e Rovigo
Frutto della fusione tra i due centri di servizio provinciali, sarà operativo da gennaio 2021. Il nuovo assetto punta a maggiori economie di scala senza perdere il contatto con le oltre 500 organizzazioni del territorio
Mantenere il rapporto diretto con le organizzazioni in modo più efficiente e generando economie di scala.
Sono questi gli obiettivi operativi della fusione tra i centri di servizio per il volontariato di Padova e Rovigo, ratificata il 10 dicembre con la firma, da parte dei due presidenti, dell’atto che renderà effettivo il nuovo assetto dal 1 gennaio 2021.
In questo breve periodo di transizione non cambierà nulla per le oltre 500 organizzazioni attive nelle due province. Le sedi principali, nei rispettivi capoluoghi, resteranno operative per dare sostegno al mondo associativo nel modo più efficace e capillare.
Da gennaio il nuovo organo direttivo sarà composto dai 9 membri del Csv di Padova e dai 9 del Csv di Rovigo che traghetteranno il nuovo centro di Padova e Rovigo alla prima assemblea elettiva.
Un ulteriore tassello si aggiunge alla riorganizzazione del sistema dei Csv, secondo quanto previsto dall’Organismo nazionale di controllo (Onc), che porterà a 49 Csv attivi in Italia una volta completato il percorso.

Secondo Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova, l’accorpamento è “una sfida, perché il nuovo Csv rappresenta due province importanti che storicamente hanno sempre collaborato e insieme saremo il Csv più grande del Veneto per numero di associazioni e organizzazioni”.
“Abbiamo finalmente posto la prima pietra di un percorso che auspico ricco di soddisfazioni e di opportunità per il mondo associativo polesano - aggiunge Massimo Antonioli presidente del Csv Rovigo. Un territorio più vasto, la possibilità di collaborare e di confrontarsi con altre associazioni, altre istituzioni e altri enti può offrire occasioni di crescita e di arricchimento reciproco, accogliendo nuovi stimoli e sollecitazioni”.