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A Bergamo “progetti utili alla collettività” con il volontariato

Accordo fra Csv provinciale e Consiglio dei sindaci per coinvolgere il terzo settore nella gestione delle attività che i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere. Tra le azioni previste corsi di formazione, linee guida operative e monitoraggio  

di Clara Capponi

Non solo un obbligo per chi percepisce il Reddito di cittadinanza ma anche un’occasione di crescita personale e d’inclusione sociale. Si tratta dei Progetti utili alla collettività (Puc), che gran parte dei beneficiari (coloro che hanno sottoscritto un patto per il lavoro o per l'inclusione sociale) sono tenuti a svolgere nel proprio comune di residenza per almeno 8 ore settimanali fino a un massimo di 16.

Come prevede il decreto del 22 ottobre 2019, i progetti sono realizzati dalle amministrazioni comunali in diversi ambiti - culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e per la tutela dei beni comuni. L’offerta dei progetti attualmente disponibile su tutto il territorio nazionale è molto ampia - oltre 5.500 progetti attivi sulla piattaforma alimentata dai comuni - e può prevedere la collaborazione con altri soggetti, fra cui soprattutto gli enti di terzo settore, che possono valorizzare ancora di più le esperienze svolte. Impegnarsi in attività solidali significa infatti mettersi alla prova in contesti diversi, aprirsi alle relazioni e imparare cose nuove.

Per questo il Csv di Bergamo e il Consiglio di rappresentanza dei sindaci della provincia hanno siglato ieri un accordo di partenariato che punta a coinvolgere le associazioni nella progettazione e attuazione dei Puc, creare nuove sinergie fra enti locali e volontariato e implementare il ventaglio delle proposte disponibili sul territorio.

Si tratta di uno dei primi accordi siglato da un centro di servizio di volontariato in questo ambito, ancora poco sperimentato dalle associazioni bergamasche. Secondo il Csv infatti nessuno dei 400 progetti attivi in provincia è stato presentato da un ente di terzo settore, nonostante siano circa 1300 le realtà attive sul territorio mentre si attesta a 4.500 il numero di persone che potrebbero essere coinvolte nei Puc.

A livello operativo, le attività che il Csv Bergamo metterà in campo sono di tre tipi. La realizzazione di una mappatura per individuare le organizzazioni di terzo settore più idonee a questo tipo di progettualità, che verranno supportate anche con corsi di formazione. La predisposizione di linee guida operative per la realizzazione dei Puc gestiti o realizzati in collaborazione con gli enti di terzo settore. Il monitoraggio e la valutazione degli esiti.

Il Csv, inoltre, dove necessario e su richiesta dei servizi sociali, metterà a disposizione un help desk per accompagnare le organizzazioni nell’attivazione e nella realizzazione di progetti Puc.

“Crediamo che il mondo del volontariato possa rappresentare una grande opportunità per tutte le persone che sono chiamate a svolgere Puc”, sottolinea il presidente del Csv Oscar Bianchi, spiegando come collaborando con le associazioni i beneficiari del reddito di cittadinanza “potranno sia contribuire al benessere della collettività, così come la collettività contribuisce al loro; sia acquisire nuove capacità, che potranno essergli utili nella ricerca di una autonomia lavorativa”.

“È in questa logica che il CSV ci sta aiutando” - aggiunge Marcella Messina, presidente del Consiglio di rappresentanza dei Sindaci. “Creando delle occasioni concrete fra il mondo dell'associazionismo bergamasco dove i beneficiari del reddito di cittadinanza possano essere impiegati per restituire attraverso prestazioni quanto ricevuto e contemporaneamente iniziare un percorso di dignità e di "inclusione" nella comunità".

 
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