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A Torino il volontariato combatte l’odio a colpi di street art

Il noto urban artist Pier Paolo Spinazzè in arte Cibo, è stato coinvolto nel progetto Neon finanziato dal Corpo europeo e coordinato dal Csv provinciale per rielaborare in maniera artistica messaggi d’odio presenti sui muri della città. Il primo intervento lo scorso weekend ai Giardini di Sospello

di Clara Capponi

Un bicchiere di vermouth, un gelato cremino, una panna cotta e un baccello di piselli al posto di scritte anti razziste. Sono queste le quattro opere realizzate a Torino dall’urban artist Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo.

L’intervento – realizzato dal 3 al 6 giugno scorso nei Giardini Sospello al confine tra i quartieri Madonna di Campagna e Borgo Vittoria - rientra nel progetto Neon (Not excluded from our neighborhood), finanziato dal Corpo europeo di solidarietà e coordinato dal Csv di Torino, con il fine di rielaborare in maniera artistica messaggi d’odio presenti sui muri della città attraverso laboratori di street art, photo editing e fumetto.

“Neon è nato guardandoci intorno e prestando attenzione ai tanti graffiti d'odio che imbrattano i muri del quartiere e della città – raccontano Davide, Rossella, Fabio, Christian, Sara, i quattro giovani ideatori del progetto. “Troppo spesso si passa, sempre di fretta, accanto a queste scritte, senza notarle e senza riflettere sui messaggi negativi che lanciano. Stanchi di vedere graffiti come questi, insieme agli studenti dell'IIS Giuseppe Peano, abbiamo deciso di fare qualcosa di creativo per rovesciarli in positivo: a questo punto è venuto naturale ispirarci a Cibo e coinvolgerlo nel progetto”.

L’artista veronese infatti è da anni in prima linea nella sua città, contro il razzismo e i pregiudizi in generale. Le “armi” con cui combatte sono bombolette spray, vernici colorate e marker, tutto il necessario per ricoprire con simpatiche e goliardiche opere di urban art, rigorosamente sempre a tema culinario, i messaggi d’odio rinvenuti sui muri della sua città.
Sostituisco le cose brutte con le cose buone – ha spiegato durante la realizzazione dei murales. È un’idea che ho avuto una decina di anni fa e ho notato che ha successo perché la gente è stanca di vedere insulti, svastiche e celtiche sui muri. Ai giardini Sospello ho scelto come soggetti delle mie opere alcuni prodotti tipici di Torino. La mia speranza è che questo lavoro possa essere continuato dai ragazzi del quartiere, magari all’interno di qualche altro progetto”.

“L’arte in qualche modo ha un compito educativo, cioè di trarre fuori il positivo che c’è in noi. Così fa anche la street art, di cui l’artista Cibo è un abile e intelligente interprete” – ha commentato il presidente del Csv Gerardo Gatto.

Il progetto si inserisce inoltre nel “Patto di collaborazione per Torino Antirazzista” siglato da comune, Csv e altre 57 associazioni.

 
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