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Afghanistan, il volontariato si mobilita

Con l’arrivo dei primi profughi in Italia le associazioni si stanno attivando in diverse città per dare supporto e accoglienza. Una raccolta delle prime iniziative che vedono coinvolti anche i centri di servizio

di Clara Capponi

(Aggiornato all'8 settembre 2021) Mentre peggiora sempre di più la crisi umanitaria in Afghanistan, tanti volontari e organizzazioni della società civile iniziano a mobilitarsi per far partire la macchina degli aiuti e accogliere i profughi giunti in Italia con i corridoi umanitari.

“L'obiettivo della tutela della popolazione deve essere condiviso e partecipato a tutti i livelli: perciò dobbiamo fare in modo che le città italiane si sentano comunità accoglienti e in tale direzione si attrezzino” così aveva dichiarato Chiara Tommasini presidente di CSVnet nell’appello lanciato per il popolo afghano all’inizio dell’emergenza.

Nelle commento la presidente di CSVnet aveva sottolineato in particolare l’impegno del volontariato “pronto a fare la sua parte” insieme al sistema dei centri di servizio in prima linea per “rafforzarne la presenza e il ruolo per gli aiuti”.

Una mobilitazione che inizia a concretizzarsi in diversi territori, a partire da quella più recente che si è attivata a  Roma, dove il Csv Lazio e Forum del terzo settore locale, dal 20 agosto circa hanno preso parte alla cabina di regia insieme alla regione e alla protezione civile, per coordinare la raccolta di beni di prima necessità e l’accoglienza di più di mille persone distribuite in cinque strutture. Oltre alla gestione degli arrivi le associazioni si stanno occupando anche dell’assistenza sanitaria dei civili, che devono essere sottoposti ad un periodo di quarantena presso i Covid hotel‚ prima di entrare nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai‚ ex SPRAR).

Anche in Veneto, dopo l’appello diffuso sui propri canali per individuare enti di terzo settore disponibili a creare una “rete di collaborazione” per i possibili arrivi, il Csv Belluno Treviso è tra gli enti, convocati dalla prefettura insieme alla Croce rossa italiana e Caritas, per definire un piano di accoglienza per i primi civili giunti nella provincia.

Restando al nord la mobilitazione è arrivata anche in Lombardia, dove il Csv Monza Lecco Sondrioha inviato alle tre prefetture di riferimento un documento con le proposte di impegno a collaborare per la gestione dei profughi in arrivo dall’Afghanistan. Per il territorio di Monza e provincia la collaborazione dovrebbe coinvolgere anche il forum terzo settore locale.

Incentivare il dialogo fra associazioni ed enti locali per intraprendere azioni comuni finalizzate all’accoglienza ed all’integrazione: è questo l'obiettivo principale emerso dall'incontro che si è tenuto lo scorso 8 settembre fra il Csv Calabria CentroForum del terzo settore di Catanzaro-Soverato e gli enti del terzo settore impegnati in questo ambito.

"Se da un lato tutto il sistema di accoglienza è in capo al governo, le associazioni possono implementare i servizi e promuovere una cultura inclusiva nelle istituzioni locali e nelle comunità - si evidenzia nel resoconto dell'incontro -. già naturalmente presente in molte comunità del  territorio, pronte anche a destinare le seconde case all’ospitalità degli afghani. Non sempre così immediato, invece, l’intervento delle amministrazioni comunali, destinatarie dell’appello unanime ad organizzarsi per l’accoglienza".

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