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Gli effetti della pandemia sul terzo settore? Un’indagine per misurarli

Realizzata in collaborazione con alcuni Csv, la ricerca del centro "Maria Eletta Martini" indaga l’impatto del Covid - 19 su oltre cento realtà non profit. I risultati sfatano il mito di un terzo settore "resiliente" evidenziando gli sforzi condotti per rispondere ai bisogni ma anche le modalità con cui ha saputo riorganizzarsi 

di Clara Capponi

"La sfida pandemica per il terzo settore. L'impatto del Covid-19 in un'analisi quantitativa" è il titolo della nuova ricerca realizzata dal centro di ricerca “Maria Eletta Martini” edita per la collana "Ripensare il terzo settore" dalla Pisa University Press.

L’indagine, realizzata dalla sociologa Irene Psaroudakis, vuole indagare  l'impatto del Covid-19 sul terzo settore, messo a dura dalla pandemia e sottoposto contemporaneamente a uno sforzo inedito per sostenere le comunità locali. 

Il centro, nato alla fine del 2019 dalla sinergia fra la fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e fondazione per la Coesione Sociale, ha promosso quindi un'indagine qualitativa - avviata in collaborazione con l'Università di Pisa ma anche grazie al sistema dei Csv (CSVnet, CSVnet Lombardia insieme ai Csv della Toscana, Napoli, Verona, Vicenza e Taranto - su oltre cento associazioni di volontariato e di promozione sociale operanti in tutta Italia con approfondite interviste ai presidenti per raccontare ciò che hanno vissuto durante i primi mesi di emergenza e nel diffondersi successivo della seconda ondata, con uno sguardo rivolto anche alle prospettive di medio-lungo periodo.

 

La copertina del volume
La copertina del volume edito per la collana  "Ripensare il terzo settore"

 

"Emerge un quadro complesso - commenta l'autrice del volume - che ricostruisce il senso che le associazioni hanno attribuito all'organizzazione delle attività e ai servizi erogati localmente in risposta alle drammatiche circostanze, alla relazione con gli altri nodi della comunità, alle difficoltà incontrate e all'orientamento verso il futuro. Il terzo settore ha svolto un ruolo di primo piano e l'eccezionalità dell'emergenza lo ha messo alla prova sugli aspetti più significativi della sua azione. E' stato all'altezza della sfida, ma l'impatto che ha subito ha aperto ulteriori quesiti e criticità da leggere anche nel quadro della riforma legislativa ancora in via di compimento che lo coinvolge". 

I risultati dello studio dimostrano,oltre ad oltrepassare la stereotipata capacità di  "resilienza" del volontariato, come la pandemia, pur nella sua negatività e drammaticità, abbia rappresentato un punto di svolta da cui il volontariato ha potuto trarre una serie di elementi per riorganizzarsi e affrontare diversamente e con più slancio dinamiche già in corso: l'emersione della povertà in molti contesti, la scarsa digitalizzazione di alcune aree e fasce sociali, l'ambiguità nel rapporto con gli enti pubblici, la carenza strutturale di strumenti operativi e il ricambio generazionale. Infine ha aumentato la capacità di lavorare in rete, un requisito che si mostra oggi più che mai necessario, sia fra le organizzazioni stesse, sia con gli altri soggetti del territorio, in particolare quelli pubblici.

Il volume è' scaricabile gratuitamente in formato Pdf tramite open access o acquistabile in copia cartacea.

 

 
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