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Cittadini Ucraini, offerti 26.400 posti per l’accoglienza diffusa

Si è chiuso il 22 aprile l’avviso della Protezione civile per la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte del terzo settore, centri di servizio per il volontariato e privato sociale. La Campania è la regione con il numero maggiore di posti disponibili 

di Clara Capponi

Sono più di 26mila quattrocento i posti di accoglienza diffusa per la popolazione ucraina messi a disposizione dal terzo settore. A comunicarlo è il Dipartimento nazionale della Protezione Civile a seguito della chiusura dell’avviso, pubblicato lo scorso 11 aprile, per la presentazione di progetti da parte di organizzazioni non profit, centri di servizio per i volontariato e privato sociale, volti al sostegno e all’integrazione delle persone giunte in Italia dall’Ucraina.

 La risposta del non profit non si è fatta attendere, nonostante i tempi stretti per la proposta dei progetti (appena 10 giorni visto che la scadenza era fissata al 22 aprile) e i diversi elementi di innovazione legati al bando, che per la prima volta ha riconosciuto un ruolo di primo piano alle organizzazioni non profit per quanto riguarda il coordinamento di attività di accoglienza, valorizzando la loro esperienza e la capacità di fare rete per realizzare interventi strutturati di presa in carico dei beneficiari attraverso attività di vario tipo.

“Si tratta di un nuovo modello di accoglienza che potrà essere utilizzato anche nelle emergenze future” ha spiegato il Capo del Dipartimento Fabrizio Curcio commentando i numeri del bando " che testimoniano una grande attenzione sulle tematiche legate all’accoglienza e sulla bontà del percorso costruito dalle istituzioni con il mondo delle associazioni".

Rispetto ai 48 progetti presentati, la maggior parte dei posti messi a disposizione al momento si registrano in Campania con 4.311 posti  - il 16 per cento del totale, seguita dalla Calabria con il 15 per cento (4.043 posti), il Lazio sempre col 15 per cento (4.023 posti) e in Sicilia con il 12 per cento (3.055).

Tra le tipologie di ospitalità la maggior parte dei progetti (il 61 per cento) prevede l’accoglienza dei beneficiari in appartamento, solo il 24 per cento del totale in famiglia.

Secondo la Protezione civile (che ha realizzato anche una dashboard con tutti i dettagli sui dati dei progetti proposti) il numero delle offerte risulta al momento “provvisorio” e dovrà essere sottoposto alle opportune verifiche per avere il reale numero dei posti convenzionabili. Per valutare l’ammissibilità dei soggetti e dei progetti presentati sarà nominata un’apposita commissione istituita dal Capo dipartimento della protezione civile, con la presenza dei rappresentati del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Conferenza delle regioni e province autonome ed Anci.

Dopo la diffusione degli esiti – entro 10 giorni dalla scadenza del bando – gli enti potranno sottoscrivere apposite convenzioni nazionali con le associazioni individuate, che, secondo quanto riportato dal Dipartimento, “regoleranno anche le modalità di accesso ai contributi per offrire alloggio, vitto, beni e servizi di prima necessità, accompagnamento all’integrazione e per gli aspetti amministrativi e gestionali dell’accoglienza”.

Foto di copertina: Ahmed Zalabany per Unsplash

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