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A Roma 6 centri estivi per i piccoli ucraini tra giochi e integrazione

Con il progetto Benvenuti a Roma di Csv Lazio, Cemea del Mezzogiorno, fondazione Paolo Bulgari e Roma Capitale, 100 bambini e bambine arrivate qui in fuga dalla guerra hanno trovato nelle cinque scuole coinvolte un luogo sicuro e accogliente in cui socializzare e imparare l’italiano 

di Alessia Ciccotti

Sono operativi da quasi un mese i 6 centri estivi per i piccoli ucraini giunti a Roma in fuga dalla guerra e che oggi trascorrono le loro giornate nelle cinque scuole rimaste aperte l’estate e in una parrocchia. È il risultato del progetto Benvenuti a Roma – centri estivi per bambini e ragazzi ucraini dai 6 ai 14 anni, un’importante attività di accoglienza estiva per i minori provenienti dall’Ucraina gestita dal Csv Lazio insieme al Cemea del Mezzogiorno grazie al sostegno della Fondazione Paolo Bulgari, con il patrocinio di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute e con il supporto dell’Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro.

Secondo i dati del Comune di Roma e dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, 23 bambini tra i 2 e i 5 anni sono stati inseriti negli asili nido di Roma, 104 bambini nelle scuole dell’infanzia comunali, e 961 nelle scuole statali. Con la fine delle lezioni, però, questi bambini non hanno più avuto un luogo in cui le loro giornate tornavano ad assumere i tratti della normalità. Con il progetto Benvenuti a Roma, invece, i 100 bambini - ospiti di alberghi del sistema di accoglienza della Protezione Civile del Lazio - hanno trovato un ambiente accogliente in cui socializzare e iniziare ad imparare la lingua italiana, tutto attraverso il gioco.

“Iniziamo a lavorare alle 8 e mezza - Nataliia Kucherenko mediatrice culturale per conto del Csv Lazio - I bambini sono lì già alle 8 e 10 per iniziare a giocare. Questa sembra una cosa piccola, ma per loro è una cosa grande, che dà continuità, stabilità. Così come è importante per le mamme, per trovare un lavoro, per frequentare un corso di italiano, sapendo che i bambini stanno in un luogo tranquillo, dove imparano e iniziano a parlare italiano. Tutte le mamme sperano di tornare a casa il più presto possibile, ma sono molto grate”.

Il progetto è anche un’occasione per sperimentare delle alleanze educative tra scuola, associazioni, terzo settore e amministrazioni pubbliche. “Costruire queste alleanze con le scuole ci ha permesso di fare questo e i risultati si stanno vedendo. – dice Cristina Brugnano, presidente del CEMEA del Mezzogiorno e consigliere di Csv Lazio - Abbiamo avuto modo di vedere come è capace di accogliere una periferia, che ci sono persone attente alla collaborazione. Parliamo di 5 scuole in 5 zone periferiche, identificate in base alla prossimità con i centri di accoglienza, in cui le collaborazioni stanno andando bene. Ci sono circa 30 persone che lavorano in queste scuole, mentre ci è stato chiesto di portare questa esperienza a Santa Sofia, il cuore della comunità ucraina. Dove c’è la volontà di portare serenità e fare un intervento serio i risultati si vedono, e ce lo dimostrano i bambini che in questo periodo stanno frequentano i centri estivi. C’è una grande riconoscenza da parte loro e dei genitori”.

 

Tratto dall’articolo di Maurizio Ermisino su Reti solidali

 

© foto in copertina di Marinella Zonta, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti, viaggio nel volontariato italiano"

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