Cosenza sarà la nuova Capitale italiana del volontariato 2023
“Un riscatto del Sud che passa anche dal terzo settore” sottolinea il Csv provinciale che ha promosso la candidatura, grazie all’apporto di1200 associazioni e 10mila volontari operativi sul territorio. Il passaggio di testimone con Bergamo durante l’evento per le celebrazioni della Giornata internazionale del volontariato. Il racconto della giornata
La voce si è alzata, da Cosenza a Bergamo, per chiedere riconoscimento e sostegno, mettendo in gioco risorse, generosità e competenze necessarie alla cura e rigenerazione delle comunità. È quella del volontariato che ieri (lunedì 5 dicembre) ha celebrato la sua giornata internazionale con l’evento nazionale “Diamo voce alla solidarietà” che si è svolto a Bergamo organizzato da CSVnet, Forum nazionale del terzo settore e Caritas italiana in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato di Bergamo.
L’evento, che ha chiuso l’anno di Bergamo capitale italiana del volontariato, ha aperto idealmente il 2023 con il passaggio di testimone a Cosenza, designata da CSVnet Capitale Italiana del Volontariato per il prossimo anno. L'annuncio è stato dato al presidente del Csv Cosenza Gianni Romeo - collegato in streaming - dalla presidente di CSVnet Chiara Tommasini, insieme ad Oscar Bianchi presidente del Csv Bergamo e Stefano Locatelli vicepresidente Anci.
Alla base della candidatura, promossa dal Csv Cosenza l'idea che il riscatto del Sud passi anche dal protagonismo del terzo settore, capace di esprimere sul territorio della provincia 1200 associazioni e 10mila volontari.
“Crediamo fortemente in un’immagine positiva della Calabria” - dicono dal Csv - “e che Cosenza capitale italiana del volontariato 2023 rappresenti un’occasione per raccontare un’altra idea di Calabria, promuovere la cultura del volontariato e far conoscere le tante realtà sociali che animano il territorio, invitando la cittadinanza a farne parte”.
Pe le tre organizzazioni promotrici la manifestazione di Bergamo è stata anche l'occasione per rilanciare l'appello affinchè il volontariato venga sostenuto in modo adeguato.Un invito raccolto da entrambe le esponenti del Governo, il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli e il vice ministro al lavoro e alle politiche sociali Maria Teresa Bellucci. in particolare dal vice ministro Bellucci ha annunciato la convocazione, entro fine anno, di un tavolo di confronto, di concerto con il Consiglio nazionale del terzo settore “per mettere in circolo le idee e attivare politiche pubbliche che possano concorrere a superare la crisi economica e sociale e la frammentazione che caratterizza le nostre comunità”.
La necessità di richiamare una reale collaborazione tra terzo settore e istituzioni, attraverso i percorsi di co-progettazione e co-programmazione è stata richiamata anche dalla ministra delle disabilità Locatelli, che ha invece annunciato, la proposta di inserire nella legge di Bilancio un fondo da 10 milioni di euro per le “periferie inclusive” da destinare allo sviluppo di progetti di inclusione nei comuni con più di 300mila abitanti.
L’evento, condotto dal direttore di Vita Stefano Arduini, ha visto la partecipazione di circa 500 persone in presenza e collegati allo streaming sulla pagina Facebook della Giornata Internazionale del Volontariato. Fra gli ospiti Paolo Pezzana dell’Università Cattolica di Milano e il sociologo di Codici Stefano Laffi, che ha affrontato il tema della partecipazione dei giovani a partire da tre domande di fondo a cui il volontariato è chiamato a rispondere. La prima è la capacità delle organizzazioni di rispondere al cambiamento e di trasformarsi per incidere davvero sui bisogni sociali. Il sociologo ha poi richiamato l’importanza di favorire organizzazioni meno gerarchiche e più orizzontali che possano favorire il protagonismo i giovani. La terza e ultima sfida è legata alla capacità delle associazioni di cambiare davvero la realtà e di incidere su temi urgenti come la sostenibilità e la difesa dell’ambiente.
“Testimonianza e coerenza rappresentano due concetti fondamentali in un momento in cui le persone sono alla ricerca di senso delle proprie azioni nel tentativo di uscire da un periodo denso di timori – ha sottolineato la presidente di CSVnet Chiara Tommasini -. Occorre favorire l’ingresso di nuove competenze nel volontariato, che permettano di allargare la base dei volontari, coinvolgere nuove figure, in particolar modo i giovani. E dobbiamo rivolgerci con linguaggi e narrazioni diverse anche nei confronti dei tanti italiani che dicono di non aver tempo per fare volontariato”.
“Come ente che rappresenta le organizzazioni di Terzo settore, vogliamo continuare un percorso di ascolto della base del volontariato, soprattutto dei più giovani, per capire in che direzione sta andando, su cui incidono le profonde trasformazioni socio-economiche e culturali degli ultimi anni. Bisogna fare in modo che le energie positive di questo Paese non vengano disperse ma che, al contrario, si uniscano all’insegna di una cittadinanza attiva e consapevole” dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
“Il volontariato sta cambiando – ha affermato il direttore di Caritas Italiana Don Marco Pagniello - e la richiesta è la tutela di quelle belle piccole esperienze di volontariato che fanno bene al nostro Paese e che rischiano di non sopravvivere alla burocrazia a cui sono sempre più tenuti. I giovani chiedono di essere protagonisti e solo partecipando ad esperienze forti così possono avviare processi di trasformazione”.
Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati di un’indagine realizzate da Effetto Larsen e ON! con l’aiuto di 40 volontari, e oltre 500 i contributi raccolti che ha coinvolto sabato scorso a Bergamo e Cosenza circa 200 i partecipanti. Il volontariato è percepito soprattutto come esperienza soggettiva e relazionale di benessere, collegata alla possibilità di dare senso alla propria esistenza. Mancanza di tempo e individualismo sono i principali ostacoli alla possibilità di impegnarsi nel volontariato, mentre è proprio il tempo ad essere considerato il dono principale che, attraverso il volontariato, si può fare alle altre persone, anche se i più giovani valorizzano molto saperi e competenze. La grande maggioranza dei partecipanti sostiene che il volontariato, nel suo insieme, sia indispensabile per la tenuta sociale del Paese, ed anche quello praticato sporadicamente e al di fuori delle organizzazioni viene percepito come forma di impegno molto significativa. Alle istituzioni si chiede principalmente il riconoscimento del valore che i volontari possono portare alla gestione dei beni comuni.