Parma Facciamo Squadra raccoglie oltre 220 mila euro per l’inclusione di bambini e ragazzi
Si è chiusa la nona edizione della campagna promossa da una rete di enti coordinati dal Csv Emilia e con i partner Barilla, Chiesi e Fondazione Cariparma. I fondi saranno destinati al progetto All inclusive per permettere a bambini e ragazzi con disabilità intellettiva o disturbi dello spettro autistico di praticare sport
Si è chiusa la nona edizione di Parma Facciamo Squadra, la campagna di raccolta fondi promossa da una rete di realtà associative locali, coordinate dal Csv Emilia, che ha registrato 223.441 euro. Un traguardo raggiunto anche grazie al contributo dei tre partner Barilla, Chiesi e Fondazione Cariparma che per ogni euro donato ne hanno aggiunto uno ciascuno.
L’edizione 2022 ha messo al centro il tema dell’inclusione di bambini e ragazzi con una disabilità intellettiva o un disturbo dello spettro autistico, con l‘obiettivo di creare i presupposti perché possano praticare attività ricreative insieme ai coetanei.
Oltre alle tante iniziative e donazioni spontanee, i promotori ricordano “i seicentomila anolini solidali fatti a uno a uno con il cuore da 1860 volontari di ogni età e provenienza che si sono dati il cambio in un’incredibile staffetta di nove giorni, in nove luoghi diversi, con il coinvolgimento attivo dei Comuni di Parma, Fidenza, Sorbolo - Mezzani, Colorno, Noceto e della Provincia di Parma”.
I fondi sono destinati al progetto All inclusive, che punta a creare contesti inclusivi dove bambini e bambine possano praticare attività nel tempo libero e, nello stesso tempo, promuovere la cultura dell’inclusione fra i compagni, le loro famiglie e il mondo dell’associazionismo sportivo e ricreativo.
L’iniziativa farà tesoro dell’esperienza di Reggio Emila dove esiste già da sette anni con il nome di All Inclusive Sport, e di una sperimentazione partita lo scorso settembre che, grazie al sostegno di Fondazione Cariparma, sta coinvolgendo dieci bambini.
In tre anni si prevede di coinvolgere fino a 150 bambini e ragazzi; i fondi raccolti consentiranno di attivare un tutor per ognuno di loro. Per valutarne in modo adeguato i profili e per equità, i bambini saranno scelti in stretta collaborazione con il NPIA e con i referenti dell’AUSL per i disturbi dello spettro dell’autismo.
Il tutor, adeguatamente formato con la qualifica di “operatore sportivo della disabilità”, li seguirà nelle attività, sarà un punto di riferimento per la squadra e per le famiglie, senza rappresentare un costo a carico delle famiglie stesse o della realtà ospitante. Inoltre, ogni fase del progetto sarà monitorata.
Il progetto entrerà nel vivo a settembre ma le associazioni o i gruppi sportivi che volessero accogliere bimbi e ragazzi, possono già segnalare la propria disponibilità.
Ora l’appello dei promotori è “a tutte gli enti di promozione sportiva, società sportive e realtà culturali interessati ad accogliere bambini e bambine accompagnati dal tutor; a segnalare – continuano - chi al proprio interno volesse candidarsi a svolgere la funzione di tutor previo corso di formazione; semplicemente contribuire con le proprie idee”.