Patti educativi di comunità: quando la crescita dei giovani spetta a tutta la società
Sono il nuovo strumento che la rete dei Centri di servizio sta mettendo in atto nell’alleanza con scuola e università per offrire a ragazzi e ragazze nuovi modi di apprendere e crescere. Nel 2020 la prima esperienza a Monza. Il 17 aprile un convegno ne racconterà gli esiti
Si chiamano “patti educativi di comunità” e sono il nuovo strumento che la rete dei Centri di servizio sta mettendo in atto nell’alleanza con il mondo della scuola, per attivare modalità didattiche alternative ed esperienze di crescita per ragazzi e ragazze.
Quello dei patti educativi di comunità è uno strumento previsto da una disposizione ministeriale nel Piano scuola dell’anno scolastico 2020/21, in risposta all’emergenza Covid con l’obiettivo di sostenere la scuola attivando la comunità di riferimento, nell’individuare sul territorio spazi alternativi per lo svolgimento di attività educative che potessero arricchire l’offerta formativa.
Il primo patto educativo è nato a Monza nel 2020, a cui ha preso parte anche il Csv Monza Lecco Sondrio; a questo ne sono seguiti altri nei successivi tre anni che hanno consentito da una parte di dare risposte concrete alla scuola e dall’altra di sviluppare nuove competenze nelle organizzazioni. I patti trovano nei Centri di servizio un attore importante perché svolge un ruolo di collettore delle iniziative e delle proposte da parte delle realtà associative, favorendone il contatto con servizi, scuole, studenti e famiglie. Il Csv infatti accoglie le esigenze dell’istituto scolastico, sollecitando poi delle risposte da parte delle associazioni, supportandole nell’elaborazione di un progetto da presentare alla scuola e mantenendo la connessione e il coordinamento degli enti che stipulano il patto educativo.
Il ruolo dei Csv nella costruzione di percorsi di promozione del volontariato all’interno del sistema scolastico e universitario è riconosciuto anche dal Ministero dell’istruzione attraverso un protocollo d’intesa siglato a livello nazionale con CSVnet.
In questi primi tre anni, il patto attivato a Monza ha coinvolto 8 scuole, per un totale di 900 ore di laboratori a cui hanno partecipato 150 classi, 3000 studenti e 200 insegnanti. Le attività realizzate sono state diverse per i bambini e le bambine della scuola primaria e per i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e superiori. Con i primi, ad esempio, sono stati organizzati percorsi sportivi con la partecipazione di persone cieche e ipovedenti, ma anche attività in orti e serre, lavori teatrali e di circo sociale. Anche i più grandi si sono sperimentati nel circo sociale, ma hanno preso parte inoltre ad iniziative tematiche su identità di genere, violenza, pregiudizi nei confronti delle diversità, a delle collette alimentari e, infine alla corsa benefica Run For Life.
Gli esiti di queste prime sperimentazioni saranno raccontati durante il convegno Che cosa sono i Patti Educativi di Comunità? La narrazione delle esperienze”, in programma lunedì 17 aprile a Monza, promosso da Csv Monza Lecco Sondrio con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza, Comune di Monza, CSVnet, la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus e Brianza e di ATS Brianza.
“Per costruire un patto educativo di comunità – spiegano gli organizzatori dell’evento - è necessario che la scuola e la comunità locale condividano l’idea di una scuola aperta e disponibile ad accogliere iniziative educative nate dal territorio e di educazione diffusa che valorizza e riconosce come parte del processo educativo anche attività che si svolgono fuori dalle aule. La comunità – aggiungono - nel suo insieme deve sentire la responsabilità di contribuire all’educazione dei bambini e dei ragazzi”.
© foto in copertina di Franco Fratini, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"