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Volontariato, l’indagine: mezzo milione di toscani pronti a dare una mano

Presentati i dati di una ricerca promossa da Cesvot, regione Toscana e condotta dall’Università di Pisa. Sono 262.017 i cittadini che svolgono attività di volontariato in enti del terzo settore, oltre 144 mila quelli impegnati fuori dagli Ets. Sorprende il numero dei volontari potenziali: oltre 510mila. Il Csv “Studiamo come coinvolgerli” 

di Clara Capponi

Il volontariato toscano di oggi è un volontariato in linea con i tempi: è chiamato a fare i conti con le difficoltà e gli impegni quotidiani delle persone, la ricerca del benessere personale, non si esprime necessariamente all’interno delle organizzazioni, ma sempre più spesso è praticato in modo individuale.

È quanto emerge da una recente indagine demoscopica realizzata dall’università di Pisa e pubblicata dal Cesvot, il Csv della Toscana, con il coinvolgimento della regione. Il rapporto è stato presentato durante il convegno "Sentirsi parte. Il volontariato dalla dimensione individuale a quella collettiva" dedicato proprio al tema della mancanza di volontari, che si è tenuto lo scorso 13 aprile presso l’Auditorium Innovation center di Firenze.

Secondo la ricerca, condotta su un campione rappresentativo di cittadini toscani tra i 18 e i 70 anni, sono oltre 262mila le persone che nella regione svolgono attività di volontariato in Ets, un dato secondo il Cesvot “importante e positivo, perché si allinea al dato Istat del periodo della pandemia”. Oltre 144mila e quattrocento sono i cittadini che invece si impegnano in un’attività di volontariato ma non dentro un’organizzazione.

Tra i dati più rilevanti c’è quello sui volontari potenziali: si tratta del 20,8 per cento della popolazione toscana ovvero oltre 510mila cittadini, prevalentemente giovani (il 37 per cento ha tra i 18 e 24 anni), che vorrebbero svolgere volontariato nell’assistenza sociale e protezione civile (21.9 per cento), cultura, sport e attività ricreative (21.9 per cento), sanità (15.8 per cento), ambiente (14.5 per cento) e istruzione e la ricerca (11 per cento). La percentuale dei volontari potenziali si riduce a 7,1 per cento (173.144 cittadini) se si considerano solo coloro che si dichiarano disponibili “senza condizioni”, e che dunque potrebbero essere “pronti”, se adeguatamente intercettati dalle organizzazioni, a operare in un Ets.

La difficoltà di rendere compatibile il volontariato con gli impegni familiari (per il 30,5 per cento dei casi) e lavorativi (33,7 per cento) è la causa più ricorrente che impedisce ai volontari potenziali di tradurre la volontà in un impegno concreto.

 

Presentazione della ricerca all'Innovation Center di Firenze lo scorso 13 aprile
Presentazione della ricerca all'Innovation Center di Firenze lo scorso 13 aprile

 

Avere tempi flessibili (30 per cento), innovazione nell’organizzazione e nei progetti (19,3 per cento), valorizzazione delle proprie competenze (19 per cento) insieme a un forte coinvolgimento nelle attività di informazione dedicate ai progetti, sono tra le richieste più frequenti dei volontari potenziali nell’ottica di un loro coinvolgimento negli enti.

Infine, il 40 per cento degli intervistati, se dovesse decidere in futuro di fare volontariato, lo farebbe in un Ets;il 37 per cento invece preferirebbe forme non organizzate.

Come sottolineato dai promotori dell’indagine, “studiare la propensione al volontariato e le caratteristiche dei “volontari potenziali” diventa rilevante alla luce delle dinamiche di riduzione della quota dei cittadini toscani che dichiarano di svolgere attività di volontariato in organizzazioni”. Secondo i dati Istat riportati dal Cesvot, dal 2007 al 2021 la percentuale dei volontari è calata di 3 punti percentuali (dall’11 per cento all’8 per cento della popolazione toscana.

Obiettivo della ricerca – sottolinea il Cesvot - è quindi quello di comprendere essenzialmente il bacino di cittadini che, se opportunamente intercettati e motivati, potrebbero decidere di impegnarsi nel volontariato organizzato, in modo che gli enti del terzo settore siano in grado di porsi e proporsi nei confronti dei nuovi volontari.

“Abbiamo creato un’occasione di confronto aperta a tutti – ha detto il presidente del Cesvot Luigi Paccosi durante il convegno di presentazione di Firenze- unendo il mondo del terzo settore, quello della ricerca e delle istituzioni e ci auguriamo una costruttiva e stimolante partecipazione che possa portare a immaginare e progettare nuove pratiche di partecipazione collettiva”.

 
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