Beni confiscati e beni comuni: Csv Caserta presenta report di ricerca
È disponibile on line sul sito del Csv il rapporto presentato lo scorso 12 ottobre, che contiene la mappatura aggiornata del patrimonio di beni confiscati e immobili pubblici presenti sul territorio provinciale. Sono oltre 1500 tra beni già destinati e quelli ancora in gestione all’Agenzia nazionale
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in provincia di Caserta ci sono 871 beni confiscati destinati, a cui si aggiungono 665 immobili ancora in gestione dell’ANBSC, per un totale di 1536 beni distribuiti sull’intero territorio provinciale. Il riferimento è alle particelle catastali confiscate e non a singole unità immobiliari.
La maggior parte dei beni confiscati destinati in provincia di Caserta sono stati trasferiti ai Comuni dove è situato l’immobile e perlopiù con finalità sociali. Su un totale di 871 beni destinati, 823 beni (circa il 94.5%) sono stati trasferiti al patrimonio dei Comuni della provincia di Caserta, nel 69% dei casi con finalità sociali.
Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto che il Centro di servizio per il volontariato di Caserta ha presentato lo scorso 12 ottobre durante l’evento intitolato appunto “Beni confiscati, beni liberati, beni comuni”, che ha rappresentato un’occasione per fare il punto sul riuso sociale dei beni confiscati e più in generale degli immobili pubblici, in ottica di bene comune.
I comuni con il più alto numero di beni confiscati (destinati e in gestione) rimangono Castel Volturno (con 218 unità immobiliari), Trentola Ducenta (205), Santa Maria la Fossa (129) e Casal di Principe (123).
Le aree territoriali maggiormente interessate dal fenomeno sono l’Agro Aversano e il Litorale Domitio.
Nel 2022 la percentuale dei Comuni casertani che aveva pubblicato sul proprio sito web l’elenco dei beni immobili appartenenti al patrimonio comunale era del 51% del totale (104 Comuni in Provincia di Caserta). A distanza di un anno tale percentuale appare leggermente aumentata (58,65%), indicando un lieve miglioramento del processo di trasparenza e comunicazione degli Enti locali alla cittadinanza riguardo la consistenza di tali risorse pubbliche.
Invece, in merito alla specifica categoria dei beni confiscati alla criminalità organizzata, il numero di Comuni che risulta aver reso disponibile sul proprio sito istituzionale l’elenco degli immobili in suo possesso appare addirittura diminuito rispetto alla precedente rilevazione, passando dal 26% al 16,34.
Restano poi pressoché inesistenti o poco fruibili i dati istituzionali sulla verifica dell’effettivo utilizzo dei beni confiscati presenti sul territorio provinciale. In 756 casi su 871 (pari all’86,89%) i dati sull’effettivo utilizzo dei beni confiscati sono del tutto assenti nella banca dati di OpenRegio.
Alla data del 31 agosto 2023, in provincia di Caserta, 13 Comuni su 104 hanno adottato un Regolamento relativo ai beni comuni sul modello del “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani” proposto da LABSUS – Laboratorio per la sussidiarietà. Sono invece solo 7 su 104 i Comuni che hanno adottato un regolamento comunale in materia di beni confiscati.
“Se dal punto di vista giuridico non è previsto un obbligo per le amministrazioni comunali di predisporre un Regolamento in materia, - si legge nel report del Csv - quella di dotarsi di Regolamenti relativi ai beni confiscati e ai beni comuni è una buona prassi che aiuta a disciplinare un processo complesso come quello della destinazione e valorizzazione dei beni confiscati e dei beni comuni, anche al fine di favorire la partecipazione della cittadinanza”.
Visita il sito https://benicomuni.csvassovoce.it/ per consultare la mappa delle buone pratiche territoriali di riuso sociale dei beni comuni.