Gli adulti non comprendono i ragazzi. Un’indagine racconta cosa pensano gli under 18
In occasione del 20 novembre - Giornata internazionale dell’Infanzia e Adolescenza - Con i Bambini ha presentato i dati dell’indagine “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti”, realizzata in collaborazione con Demopolis. Il 58% dei giovani fra i 14 e i 17 anni non si sente compreso dai più grandi
Il 20 novembre si celebra nel mondo la Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, istituita nel 1954 dalle Nazioni Unite. “In tutto il mondo, i bambini ci dimostrano la loro forza e la loro leadership - ha affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres - facendosi avanti a favore di un mondo più sostenibile per tutti. Costruiamo sui progressi e impegniamoci di nuovo a mettere i bambini al primo posto. Per ogni bambino, ogni diritto”.
Un’occasione globale per promuovere la solidarietà internazionale, la consapevolezza tra i bambini di tutto il mondo e il miglioramento del loro benessere. E per questa Giornata, l'impresa sociale Con i Bambini ha presentato i dati dell’indagine “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti” realizzata in collaborazione con Demopolis.
Dall’indagine emerge come gli adulti continuino a non capire i ragazzi. Lo scorso anno il 54% dei ragazzi riteneva che gli adulti non comprendono i giovani, quest’anno la percentuale è cresciuta: ne è convinto infatti il 58% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni. Una tendenza che emerge anche dagli altri temi indagati dallo studio: scuola, violenza, dipendenza da internet, rapporti personali e che viene confermata anche dai riscontri emersi nel percorso di “Non Sono Emergenza”, campagna di sensibilizzazione sul tema del disagio degli adolescenti promossa da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. All'interno di questa campagna, dai ragazzi coinvolti è nata anche l’idea di istituire una panchina verde come simbolo del contrasto al disagio degli adolescenti.
Lo studio - presentato a Roma alla Biblioteca nazionale centrale nell’incontro finale dell’iniziativa “Con i bambini cresce l’Italia”, - è stato condotto da un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 16 e i 18 anni di età, davanti a una platea di coetanei delle scuole e di componenti della “comunità educante”: educatori, docenti, operatori, amministratori locali, rappresentanti delle fondazioni e del terzo settore, di istituzioni pubbliche e private, dei media e della società civile. L’iniziativa è stata promossa dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e organizzata da Con i Bambini.
L’indagine “a specchio” promossa da Con i Bambini e condotta da Demopolis, mettendo a confronto adolescenti con adulti e genitori, fa emergere un’Italia a due velocità. Il rapporto intergenerazionale è complicato da sempre, ma nell’ascolto di genitori ed adolescenti di oggi si scopre qualcosa di diverso rispetto ai divari che caratterizzavano le passate generazioni. Sono tanti gli aspetti non compresi dagli adulti secondo i ragazzi. In particolare, non capiscono che vivono in un periodo diverso dal loro (49%), non capiscono quello che pensano e le loro idee (46%), le loro priorità (43%), il rapporto con la rete (41%). Di certo, la variabile “Internet e Social” è misteriosa per i non “nativi digitali” e dilata le distanze di pensiero fra le generazioni: per l’84% dei genitori, quella da “web, smartphone e tablet” è una pericolosa dipendenza. Di segno contrario il giudizio degli adolescenti: solo il 22% dei ragazzi ravvede un rischio. La maggioranza assoluta dei genitori sostiene di sapere che cosa facciano i figli online, ma vengono smentiti dal 70% degli adolescenti, secondo i quali – inoltre – appena un quarto dei genitori è informato sul loro eventuale consumo di alcol fuori casa. Tre adolescenti su 10 trascorrono online più di 10 ore al giorno (mentre secondo i genitori il tempo trascorso on line sarebbe meno della metà, quasi il 40% dichiara fra 5 e 10 ore) ma il 62% degli adolescenti prediligerebbe le relazioni in presenza nei rapporti con i coetanei. A patto, però, di poterle praticare. Infatti, oggi l’eventualità che i 14-17enni facciano attività extrascolastiche, che sono anche il motore fondamentale delle relazioni con i pari, non è scontata e risulta talora residuale: 4 su 10 non praticano affatto attività fisiche o sportive; addirittura meno di un quinto svolge attività musicali (19%), artistiche o teatrali (16%).
Questi alcuni dei dati emersi. “Con la campagna Non Sono Emergenza abbiamo voluto fare emergere il fenomeno del disagio degli adolescenti in ottica propositiva: per comprendere dobbiamo conoscere e leggere i dati reali, elaborati dall’Osservatorio #conibambini e ascoltare ragazzi e ragazze, come abbiamo fatto attraverso la campagna e anche con l’indagine condotta da Demopolis - spiega Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini -. Solo investendo su bambini e ragazzi si può pensare di fare crescere l’Italia, ed è quello che il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile fa già e che intende far conoscere, condividendo esperienze e buone pratiche, con relative valutazioni di impatto, a beneficio di policy pubbliche orientate al benessere di tutti e di ciascuno. Migliaia di nostri ragazzi fanno cose straordinarie, studiano in modi nuovi e con impegno. Aiutano gli altri, puliscono l’ambiente, si interessano del mondo in modo creativo, inventano soluzioni per problemi. Tutto questo va mostrato di più”.
© Foto in copertina di Eliana Giaccheri