Come i giovani vedono il servizio civile
Un’analisi condotta da SWG per il Dipartimento per le Politiche giovani e il Servizio civile universale indaga se e come questo possa essere una potenzialità per i giovani. Quali sono le motivazioni, le prospettive e le barriere alla partecipazione
Molti giovani sanno cos’è il servizio civile universale (SCU), ma la conoscenza è ancora in maggioranza superficiale o inesistente soprattutto fra quelli che vivono ai margini delle reti sociali e digitali.
Dati inediti e significativi emergono dall’analisi realizzata dal Dipartimento per le Politiche giovani e il Servizio civile universale in collaborazione con SWG. Obiettivo esplorarne il livello di conoscenza e consapevolezza tra i giovani, e le loro eventuali motivazioni.
Un’analisi utile per dare agli enti accreditati una chiave di lettura per capire come rendere il servizio civile più accessibile e coinvolgente per le nuove generazioni.
Dalla ricerca emerge come il 75% dei giovani intervistati abbia sentito parlare del SCU, ma solo il 34% dichiara di sapere bene di cosa si tratti, mentre il 41% possiede una conoscenza superficiale e il 25% non ne ha mai sentito parlare.
La lacuna informativa è particolarmente accentuata tra i giovani ai margini delle reti sociali e digitali: il 57% di questi non lo conosce.
I giovani, potendo, sono interessati a partecipare ad un progetto di servizio civile: sicuramente sì per il 12%, crede di sì il 36%, di no il 24%, sicuramente no il 17%. Non sa rispondere il 15%.
Le principali fonti di informazione sono le reti informali, come amici (39%) e social media (37%). Dalla scuola o l’Università lo viene a sapere il 27%, da Tv, giornali o radio il 26%, dalla famiglia il 21%, dalle associazioni, enti e organizzazioni il 15%, su una pagina ad hoc online l’11% e ad un evento formativo sul SCU il 7%.
La consapevolezza della presenza di enti che offrono le esperienze è più alta tra i giovani del Centro-Sud e quelli con precedenti esperienze di partecipazione sociale.
Dai dati dell’analisi emerge come il SCU sia percepito come un’esperienza positiva e arricchente, soprattutto come un’occasione per crescere a livello personale (33%) e acquisire competenze utili per il lavoro (23%). Meno rilevante la dimensione economica, citata solo dal 12%. L’interesse verso il SCU è mosso da avere occasioni per fare esperienze che consentano di crescere come persona (82%), il desiderio di aiutare gli altri/fare qualcosa per la propria comunità (80%), conoscere nuovi ambienti e nuove persone (79%), avere la possibilità di acquisire competenze utili per il mercato del lavoro (77%), potersi confrontare con i propri limiti (77%) e svolgere il servizio civile universale all'interno di una struttura/organizzazione che già conosce bene (68%).
L’analisi compie anche un focus sulle principali difficoltà segnalate dai giovani: impegni di studio o lavoro (59%), percezione di opportunità poco stimolanti (25%), scarsa chiarezza sulle modalità di accesso al servizio (10%).
Dal punto di vista dei settori di intervento, i giovani esprimono un interesse diversificato per i progetti SCU. La preferenza va all’ambiente e alla tutela del territorio (34%), all’educazione e promozione culturale (32%), al patrimonio artistico e culturale (31%), ai progetti digitali (31%). Gli ambiti più tradizionali, come l’assistenza sociale (29%) o la protezione civile (28%) sono comunque rilevanti. Per loro può rappresentare un’esperienza di crescita personale (33%), fare esperienze utili dal punto di vista professionale (23%), guadagnare qualcosa (come già citato il 12%), prendere tempo e decidere cosa fare da grandi (10%). “Una perdita di tempo” solo per il 9%.
Secondo il Dipartimento “i dati confermano, quindi, che il Servizio civile universale rappresenta un’importante politica giovanile, capace di offrire opportunità di crescita personale e professionale. Ovviamente, per aumentare la partecipazione, tutti gli attori coinvolti nell’attuazione del SCU – dalle istituzioni alle organizzazioni accreditate, passando per il mondo della scuola e dell’informazione – dovranno lavorare insieme per rimuovere le barriere e promuovere il valore del servizio civile come strumento di cittadinanza attiva e solidarietà”.