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Varati 134 indicatori per misurare il benessere della società italiana

Sono 134 i nuovi indicatori che Istat e Cnel utilizzeranno per rappresentare le 12 dimensioni del benessere equo e sostenibile del nostro Paese e per fornire un quadro dettagliato delle condizioni di vita in Italia.
Obiettivo del percorso intrapreso dai due istituti per l'elaborazione di questi indici è quello di offrire un'immagine della nostra società sempre più corretta, precisa e aderente alla realtà.

di Alessia Ciccotti

Negli ultimi anni il dibattito sulla capacità del prodotto interno lordo (Pil) di riprodurre questa immagine è stato vivace. Il Pil, infatti, quale misura quantitativa della produzione realizzata dal sistema economico, non offre una visione complessiva del progresso di una società.
L'analisi deve essere, dunque, integrata con altri indicatori dei fenomeni che influenzano la condizione dei cittadini, quali: ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni.
Sono appunto queste le 12 dimensioni elaborate nell'ambito del progetto di Cnel e Istat per la misurazione del benessere equo e sostenibile. Ciascuna dimensione è stata declinata in una serie di indicatori atti a fornire informazioni dettagliate sulla qualità della vita delle persone, complessive di tutti gli ambiti in cui un cittadino si trova ad agire.

 

Il progetto ha visto anche la realizzazione di un sito internet, www.misuredelbenessere.it, che offre una descrizione chiara e specifica delle singole dimensioni e dei relativi indicatori, consentendo a cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese di contribuire a definire “che cosa conta davvero per l'Italia”.

I nuovi indicatori sono poi il frutto del lavoro di un Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana, costituito nel dicembre 2010, in cui l'Istat ha svolto il ruolo di coordinamento scientifico, mentre il Cnel ha rappresentato il punto di riferimento fondamentale per la sintesi delle diverse istanze della società.
Il Comitato è composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile: non solo, quindi, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria, ma anche associazioni di volontariato, associazionismo femminile, associazioni ambientaliste, che per la prima volta hanno lavorato insieme per l'individuazione del set di indicatori fondamentali per misurare il benessere. L'obiettivo del Comitato, in analogia a quanto sta avvenendo in altri paesi, è stato quello di sviluppare un approccio multidimensionale e condiviso basato sul concetto di "benessere equo e sostenibile" (Bes), ovvero un nuovo modo per leggere la realtà affiancando alle misure economiche una serie di indicatori non economici fondamentale anche nella progettazione delle politiche pubbliche.

Il primo Rapporto sul benessere in Italia che terrà conto dei 134 nuovi indicatori sarà presentato da Istat e Cnel nel mese di dicembre.

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