Annunciato durante la presentazione della ricerca curata da Centro studi Medì, in collaborazione con CSVnet e i Csv, è online il video sui principali dati ma anche le voci e i volti di due delle realtà associative analizzate: la Comunità Monsignor Romero di Milano e la Venice Bangla School di Venezia. Il video è realizzato dall'agenzia Genau con fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese
Presentata “Partecipo quindi dono”, l’indagine realizzata dal Centro studi Medì, con il supporto di CSVnet e dei Csv, sulle diverse forme di impegno che hanno coinvolto i cittadini stranieri residenti in Italia durante la pandemia e l’accoglienza dei profughi in Ucraina. Ecco i dati, le motivazioni e le sfide di questi protagonisti “inediti” della solidarietà. I curatori saranno presenti anche a Cosenza il 5 dicembre
Il 28 novembre presentazione online dell’indagine, curata dal centro studi Medì e promossa da CSVnet, sulle esperienze di dono e solidarietà che vedono protagonisti gli immigrati a partire da due vicende drammatiche: la pandemia e l’accoglienza dei profughi ucraini
Il 28 ottobre presentazione online del Dossier statistico immigrazione. Dalla regolarizzazione parzialmente fallita alla spirale d’odio razzista, dai blocchi agli spostamenti alle regole per il culto, l'indagine analizza il fenomeno anche alla luce dell’emergenza Covid-19
Da Milano a Catania la ricerca “Volontari inattesi”, promossa da CSVnet, offre una mappatura esauriente dei rapporti tra i nuovi protagonisti dell’impegno gratuito e le realtà associative locali in cui operano (e che a volte hanno fondato)
L’impegno nella sanità e l’assistenza con le Misericordie, nella donazione di sangue e organi con Avis e Aido, nell’arte con il Fai e il Touring club: nella ricerca promossa da CSVnet e Centro studi Medì, le 5 reti raccontano come hanno accolto l’impegno gratuito degli stranieri
Dalla prima indagine promossa da CSVnet e Centro Studi Medì, oltre ai dati e alle storie emergono le ragioni che spingono le persone di origine straniera alla solidarietà, un mix fra attitudini, impegno per una giusta causa e utilità personale
Ci sono anche i promotori della propria crescita, gli altruisti e gli intermediari: la classificazione delle persone di origine straniera coinvolte nell’impegno sociale gratuito emergenti dalla ricerca “Volontari inattesi”, condotta sul campo da CSVnet e Centro studi Medì
Volontari inattesi/12. Nata a Chieti, per salvare la famiglia è scappata dal paese sudamericano dove aveva vissuto oltre 40 anni. Tornata in Italia, ha incontrato l’associazione Emozioni che assiste persone in difficoltà. E da beneficiaria ne è diventata la colonna
Volontari inattesi/11. Il genocidio del Ruanda destabilizzò anche il suo paese e i genitori la mandarono in Italia ventenne. Diventata infermiera si è costruita una famiglia e con la sua associazione mantiene il legame con la terra d’origine, dove aiuta le donne a rendersi autonome
Volontari inattesi/10. Ha girato il mondo suonando; 9 anni fa si è fermato in Piemonte, dove aiuta giovani e adulti a scoprire se stessi ma anche l’altro. “Ogni migrante ha bisogno di sentirsi chiamare. Ma si deve partire dalla considerazione e dal rispetto”
Volontari inattesi/9. Peruviana lei (64 anni), ecuadoriano lui (63), entrambi impegnati in una Rsa nel quartiere Corvetto di Milano con la Comunità di S. Egidio. In Italia da poco più di un decennio, hanno così potuto integrarsi e riscoprire il senso di appartenenza e di “famiglia”
Volontari inattesi/8. Nata in Italia, arteterapeuta, ha 32 anni e fa volontariato da quando ne aveva 17: si dedica all’associazione Progetto Aisha, dove operano sia italiani che giovani di seconda generazione. “Credo alla cittadinanza ‘civile’. E mi piace mandare in tilt schemi e diffidenze di chi mi guarda solo come straniera”
Volontari inattesi/7. In Italia da 27 anni, dopo varie esperienze è a capo di una rete di 35 associazioni che hanno dato vita a un centro interculturale in cui “ogni straniero diventa risorsa per la comunità”. “Nel mio paese la parola volontariato nemmeno esiste”
Volontari inattesi/6. Ha scelto di dedicarsi ad essi “perché non possono usare la parola per chiedere aiuto, ma hanno lo stesso diritto di vivere serenamente”. Nel suo terreno ospita e cura 22 cani e sta per costituire un’associazione insieme ad altri italiani
Volontari inattesi / 5 In Italia da 32 anni, lavora in un albergo, ma esprime il suo interesse per la cultura partecipando alle attività di “Biblioteca per la pace”: dai podcast per raccontare i capolavori degli Uffizi agli incontri su film tratti dai libri. Con lo sguardo attento sull’Europa
Volontari inattesi/4. A 10 anni è fuggito dai talebani. Oggi in Italia, laureato e con una famiglia, si batte con l’associazione Unire perché gli esuli possano autorappresentarsi e perché siano ascoltati nelle decisioni che li riguardano direttamente
Volontari inattesi / 3 Da 15 anni presta servizio al mercatino dell’usato dell’associazione Mandacarù. “Non mi piace la parola aiutare, preferisco ‘dare una mano’. Gli stranieri? Prima si avvicinavano per cercare lavoro, ora ne restano sempre di più: sta cambiando qualcosa”
Il 22 giugno la presentazione di “Volontari inattesi” (Edizioni Erickson, a cura di Maurizio Ambrosini e Deborah Erminio), prima indagine nazionale sul tema, promossa da CSVnet e realizzata dal Centro studi Medì. I dati, le storie, le motivazioni e la “sfida” al non profit di questi nuovi protagonisti dell’impegno sociale gratuito
Volontari inattesi/2. Arrivata dalla Transilvania nel ‘95, ha fondato a Messina l’associazione Totius mundi una domus: aiuta in particolare le donne straniere a integrarsi nella legalità, ma realizza attività anche per gli anziani e i giovani italiani