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Al servizio di un volontariato autoctono, ma lungimirante

Attività di reinserimento sociale, corso di vela © Celivo - “Volontariato per immagini” © Marco Marrè Brunenghi
Attività di reinserimento sociale, corso di vela © Celivo - “Volontariato per immagini” © Marco Marrè Brunenghi

UNA PICCOLA, GRANDE REGIONE CHE GUARDA OLTRE I SUOI CON­FINI. Con una superficie di 5 mila km quadri, la Liguria è una delle regioni meno estese d’Italia, dopo la Valle d’Aosta e il Molise. Pensare che sia una piccola regione, però, è un errore. Per andare da un suo estremo all’altro occorre fare quasi 300 km e il territorio su cui si sviluppa la regione è notoriamente impervio, chiuso tra mare e monti. L’alta densità abitativa della regione (maggiormente concentrata sul mare) e la sua particolare conformazione geografica la rende una regione del tutto uni­ca dal punto di vista territoriale. Il peso demografico, oltre che storico e politi­co, del suo capoluogo poi, lo rendono un territorio che vive su tre fronti. Al di qua e al di là di Genova, la città metropolitana della regione. Fattori che non possono non influenzare la vita quotidiana dei liguri e di riflesso, anche del volontariato.

Le interviste raccolte nei quattro diversi Csv (ovvero Genova, Imperia, La Spezia, Savona) sembrano confermare questa visione. Nonostante l’esistenza di un coordi­namento dei Csv, che punta a uniformare il lavoro di servizio svolto a favore delle organizzazioni di volontariato, emerge una forte necessità di stare vicino ai cittadini nelle sue vallate, nei suoi fronti più marginali. Una morfologia che nel tempo ha definito i caratteri somatici del proprio volontariato.

Come descriveva bene Renato Frisanco, responsabile del settore studi e ricerche della Fivol, su Prospettive sociali e sanitarie (Le organizzazioni di volontariato in Liguria. Renato Frisanco. Prospettive sociali e sanitarie n.11/1999. Istituto per la ricerca sociale), il volontariato ligure è “molto più versato a una operatività circoscritta di quartiere, di rione, di zona”, ma non necessariamente chiuso, anzi. Frisanco notava una “spiccata appartenenza alle centrali organizzative del volontariato, nazionali o subnazionali”.

UN OCCHIO AL TERRITORIO, L’ALTRO OLTRE I CONFINI REGIONALI. L’analisi realizzata sui dati Fivol degli anni 90 ci permette di capire meglio il ter­ritorio. Un dato interessante è quello del tasso di densità di Odv sulla popolazio­ne: 30,5 organizzazioni ogni 100 mila abitanti rispetto alle 18,3 della media italiana. Dall’analisi emergono alcuni tratti distintivi, come quello dell’anzianità delle orga­nizzazioni: la maggior parte di quelle censite infatti opera da oltre 24 anni, ovvero da prima della metà degli anni 70. Tre su dieci sono nate anche prima degli anni 50. “L’anzianità media delle organizzazioni liguri è di 38,5 anni rispetto al 24,5 del Piemonte, ai 22,4 della Lombardia e ai 21,3 dell’Italia”, spiega Frisanco. “In questa graduatoria la Liguria è seconda solo alla Toscana dove vi è il volontariato con l’anzianità media più protratta (39 anni)”.

Rilevante il fatto che, contrariamente a quanto accadeva a livello nazionale, sottoli­nea ancora Frisanco, dove la maggior parte delle organizzazioni nasceva all’interno di un preesistente movimento di volontariato, nel caso ligure sono i cittadini stessi i primi promotori del volontariato. Organizzazioni sorte su iniziativa di liberi cittadini, quindi, che solo in un secondo momento aderiscono a centrali organizzative regionali o nazionali. Un volontariato “autoctono” potremmo dire, che ha saputo dare il proprio contributo anche a livello nazionale. La Liguria, infatti, è anche la culla della Carta della rappresentanza.

Un documento lungimirante e ancora oggi attuale e unico. Un testo nato per sup­portare le organizzazioni non profit nel costruire o rafforzare forme e luoghi di rappresentanza efficaci e autodeterminati. Che il volontariato sia un tema sentito in tutta la regione lo dimostra, infine, anche la rapidità con cui la regione Liguria si è dotata di una legge regionale sul volontariato, la n.15 del 28 maggio 1992. Una nor­ma varata a meno di un anno dalla legge quadro sul volontariato, la n. 266, dell’11 agosto 1991. Quasi 18 anni fa, inoltre, nasceva anche il collegamento regionale ligure dei centri di servizio che solo nel 2011 si costituirà formalmente come coordina­mento regionale dei Csv liguri.

 


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